***AVVISO SPOILER***Se volete leggerlo, fermatevi e non leggete oltre. Mentre se l’avete già letto, vedete se siete d’accordo con me.
Cos’altro posso dirvi? La vita dell’agente speciale del Georgia Bureau of Investigation, Will Trent, è sempre più complicata e sempre più intrecciata con il caso da risolvere. Questa volta dovrà lottare contro il tempo per salvare una diciassettenne dai suoi sadici rapitori ed avrà soltanto tre giorni per riportarla sana e salva dai suoi genitori.Cosa mi è piaciuto di più di questo libro? La trama è coinvolgente. È un thriller che scorre, nonostante la poca simpatia che abbia per i capitoli eccessivamente lunghi, ma è un minimo difetto che si può sorvolare, se ci si concentra sull’originalità delle vicende che arrivano ad indagare l’abisso dell’animo umano. La parte psicologica colpisce, cattura la curiosità, fa riflettere. Lo stile incalzante e la suddivisione in tre grandi parti, che scandiscono cronologicamente il passare dei tre giorni, è funzionale e proporzionale al coinvolgimento che si raggiunge, mentre si insinuano dubbi, vengono presentati sospettati, si indaga sulla famiglia, giungono i primi esiti della scientifica, vengono effettuate nuove ricerche e interrogatori.Karin Slaughter la si può inquadrare come una donna che vuole seguire le regole e vuole raggiungere la verità, così come fanno i suoi personaggi. Il suo agente speciale è un uomo in conflitto con il suo passato e con il suo presente, ma quando segue un’indagine cerca di non commettere errori e non riesce a non lasciarsi coinvolgere.Cosa ho imparato da questo thriller?Ho approfondito la conoscenza del disturbo della dislessia e di come chi ne è affetto tenti di non farsi notare, camuffando i propri comportamenti, ricorrendo a piccole astuzie o a trovate tecnologiche. La psiche, che soffre per una carenza, è pronta a lottare per apparire normale e non far notare i difetti è il primo obiettivo.C’è amore in questo libro?C’è l’amore, sano e genuino, per i figli, ma c’è anche l’amore ossessivo, malato, contorto e che si avvicina più all’odio, al rancore represso …Cosa c’è di originale?Di solito i thriller finiscono con la risoluzione in positivo o in negativo delle vicende e si ipotizza che tutto si rimetta al posto giusto, anche nella vita delle vittime. In questo libro, invece, c’è una parte in più, nel classico epilogo, in cui si narra la vita dei protagonisti che, dopo aver vissuto eventi così scioccanti, cercano di rimettersi in sesto, di riportare in carreggiata le loro esistenze, superando le vicende traumatiche, cercando di ristabilire una normalità che, ovviamente, non potrà essere quella di una volta. E, infine, perché ve lo consiglio?Prima di tutto, perché se una scrittrice viene tradotta in trenta Paesi e vende quaranta milioni di copie sicuramente scrive dei thriller più che interessanti, i quali sono anche ottimi prodotti sul mercato.E secondariamente perché a me è piaciuto molto e mi sento di consigliarlo a chi gradisce il genere del moderno thriller investigativo.
Voi, l'avete letto? Vi è piaciuto?In quel posto credete che i vostri figli siano più al sicuro senza di voi?