Tre miti da sfatare sulle mamme

Creato il 22 gennaio 2016 da Taccodieci @Taccodieci
Sarà che lunedì torno al lavoro, ma sono acida.
Se poi contiamo che non ci torno serena perchè oggi ho portato a casa Superboy dal nido con i singhiozzi, inconsolabile, mentre la maestra mi diceva "ha pianto solo negli ultimi cinque minuti", come mi dice ogni santo giorno, a qualsiasi ora io lo vada a prendere, immaginate come sia il mio livello di rabbia.
Mica tanto repressa, come rabbia.
Rabbia in particolare contro chi delle mamme ha capito tutto. Contro chi sa cosa mi passa per la testa e sa che cosa è bene o male per me. Neomamma? Taaac: ecco le risposte.
Nossignori.
Perchè sulle neomamme si dicono anche tante, tantissime palle.
Ecco invece come stanno le cose.
1) Aiutare le mamme non vuol dire sostituirsi a loro
"Ti tengo Superboy così tu...", oppure "lasciami Superboy così tu...". Dio, se avessi un nichelino per ogni volta che me lo sono sentito dire sarei milionaria!
Non tutte le neomamme hanno bisogno che qualcuno prenda il loro posto.
Cioè, voglio dire, dopo che ci siamo portate questo esserino nella pancia per dieci (diciamocelo, quaranta settimane sono più dieci mesi che nove), abbiamo subito visite imbarazzanti, ci siamo fatte venire le emorroidi, le smagliature, ci siamo giocate le tette e magari ci siamo fatte venire pure il diabete, un pochino a questo esserino ci saremo affezionate, no? E secondo voi preferiamo trascorrere il tempo con lui o non vediamo l'ora che qualcuno ce lo porti via dalla vista per essere libere di passare l'aspirapolvere o andare al cinema?
Magari, e dico "magari", qualche mamma si è tolta tutti gli sfizi che voleva prima di essere tale e adesso si vuole godere questa esperienza.
Quindi, se volete davvero essere d'aiuto a una mamma, prima di sostituirvi a lei pensate che ci sono altri modi per aiutare: portare una cena pronta, passare il mocio...
2) Le mamme che vogliono una casa pulita non necessariamente soffrono di disturbi ossessivo compulsivi
"Meglio un bambino felice che una casa pulita", recita un detto molto in voga ultimamente.
Ebbene, signore e signori, è possibile avere entrambi.
Sarà che mia madre ai tempi d'oro era soprannominata "Aseptik" e la genetica non è un'opinione, ma a me piace poter camminare in calzini per casa senza raccogliere un toupè.
Quindi via quegli sguardi: io vivo in un ambiente pulito e Superboy è un bambino sereno. Ci metto più tempo, visto che devo andarmene in giro per la casa con lui appresso cantando in loop Lady Oscar e Kiss Me Licia, ma mi do da fare e quando tutto è pulito sono stanca ma felice. E una mamma felice vuol dire un bambino felice.
3) Si può essere donna anche essendo mamma
"Guarda che oltre che mamma sei anche una donna!". Se avessi un nichelino anche per ogni volta che mi è stato detto questo sarei plurimilionaria. Altro che win for life, ci sistemerei anche i nipoti dei miei nipoti.
LO SO, lo so forse meglio di chiunque altro.
Non ho bisogno di fare la figa per essere figa.
Io sono una mamma, sono una donna, sono una lavoratrice, sono una blogger, sono una scrittrice (?) e tutto insieme. Una cosa non esclude l'altra.
Non devo spegnere l'interruttore della mammitudine, mettere un tacco dodici (che tra parentesi a me è sempre sembrato eccessivo e pacchiano) e uscire a folleggiare tutta la notte per dimostrare che sono una donna.
Che poi dimostrarlo a chi?
In gravidanza ero ingrassata di DICIANNOVE chili. DICIANNOVE. Ve lo dico ora perchè ne ho persi 18. Palestra? Programma intensivo con personal trainer? No! Ogni giorno quattro piani di scale senza ascensore con bambino, ovetto, borse della spesa, tacco dieci ai piedi. Ovvero sono tornata in forma facendo semplicemente la mamma.
E non mi sono fatta mancare parrucchiere e coccole. Anzi, se prima dal parrucchiere ci andavo enne volte, in questi mesi in cui mi sono vista appesantita ci sono andata enne volte più enne. Perchè questo? Per dimostrare qualcosa a qualcuno? No, semplicemente per me stessa. Cioè io ero una di quelle ragazze che in discoteca ci andava davvero per ballare!
A me piace essere una mamma, mi piace essere una donna, mi piace essere tutto questo insieme perchè io sono tutto questo insieme e non ritengo che mio figlio mi renda meno donna, anzi.
Questo sfogo giusto per avvisare che il mondo è bello perchè è vario (o avariato, come diceva mio nonno che forse nella sua dislessia la sapeva più lunga di tanta gente) ed è pertanto inutile fare i saputelli, puntare il dito e sentenziare "hai bisogno di questo", "devi fare così" o "ricordati di".
Ognuno trova la propria dimensione.
Quindi l'invito è a scendere dalla cattedra e uscire dalla testa della gente. Che le mamme sanno bene da sole di che cosa hanno bisogno e di che cosa no.
La Redazione

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