Tre romanzi ed un film che descrivono la realtà della storia, spesso nascosta dai libri di testo

Creato il 16 settembre 2014 da Corradopenna
Il romanzo storico "Ritorno nella Valle del Signore" di Davide Pinardi (ed. Tranchida, Milano, 1991), narra della cruenta persecuzione degli eretici Valdesi da parte del Re Sole e del principe Vittorio Amedeo di Savoia (avvenuta nel 1686). Si tratta di un libro alquanto gradevole, per quanto si tratti di un volume di poche pagine, ben lontano quindi dai grandiosi affreschi storici di altri autori. In esso, oltre alla rievocazione delle persecuzioni contro i Valdesi troviamo la descrizione dell'ipocrisia della chiesa cattolica dei tempi, guidata da personaggi dediti ad ogni sorta di vizi terreni che poi benedivano sanguinose repressioni in nome della "vera fede".

Nelle ultime pagine del libro il protagonista Enrico disgustato dalle violenze insensate che si sono succedute nella sua terra di origine si lancia in una triste e realistica analisi della storia, negando che le sofferenze degli uomini possano realmente essere utili a fondare le basi di un futuro migliore. Egli infatti nota come nel corso degli anni il ruolo di oppressi ed oppressori si possa scambiare senza che né gli uni né gli altri imparino mai una vera lezione dalle sofferenze patite. La gente, afferma questo personaggio non fa che ricordare i torti subiti nel passato solo per giustificare cruenti e sanguinari vendette. Desolato alla fine afferma che:

La storia è follia e avanza cieca e sanguinaria, un mostro che tutto travolge, che tutto divora (...) lutti e stragi continueranno, con nuove giustificazioni, nuovi pretesti. Nulla cambia mai (...) Il male è invincibile.
E non si può non essere concordi con il triste lamento di questo personaggio: passano i secoli, si succedono le guerre, gli oppressi di un tempo diventano oppressori, ed i popoli non riescono ancora a capire che i veri nemici di ogni essere umano sono le armi, gli eserciti, la violenza (e di potenti che usano altri esseri umani come carne da cannone per le loro guerre insensate).
Non molto differente è la lezione che si può apprendere dalla visione di Ritorno a Cold Mountain, un film (tanto lungo quanto bello) ambientato nella guerra civile americana, raro esempio di cinema d'autore che non travisa la realtà storica e non ha secondi fini di manipolazione della coscienza dello spettatore.

La guerra viene in tale film mostrata in tutto il suo tragico nonsenso, nella sua tragica e disumana violenza, e la realtà si palesa senza filtri e senza illusioni. Significativa è quella scena del film nella quale una traghettatrice ammonisce un prete disertore affermando che "non è Dio, ma il diavolo a dominare su questa terra". Diabolici in realtà appaiono i sotterfugi dei potenti per tenere sempre gli uomini in lotta contro i loro simili, divisi ed oppressi (divide et impera).



Nè molto diversa è la lezione che si può apprendere dalla lettura del romanzo "Niente di nuovo sul fronte occidentale" di E. M. Remarque, descrizione in prima persona dell'assurdità del primo conflitto mondiale, vista con gli occhi di un giovane tedesco (che si basa sull'esperienza personale dell'autore). 


Significativo è in questo romanzo il passaggio nel quale il protagonista denuncia la vuota erudizione delle persone colte che hanno spinto i giovani a partecipare a quella guerra orribile e insensata. Più sono colti e più sono stupidi, si potrebbe parafrasare, ed in realtà l'erudizione svincolata dalla coscienza critica e dalla rielaborazione personale è quanto di più pernicioso può esistere perché genera persone saccenti e presuntuose che in fin dei conti non sanno far altro che imparare per bene gli pseudo-valori imposti da quei poteri oligarchici che tutti opprimono.

Per comprendere un po' meglio l'apparente nonsenso di una storia umana nella quale, nel corso dei millenni, l'unico filo conduttore sembra essere la violenza inusitata dell'uomo sull'uomo, può essere utile la lettura di un altro romanzo storico, questa volta un massiccio volume di circa 1000 pagine: "La caduta dei giganti" di Ken Follett.

Ad di là dell'interessante e alquanto precisa ricostruzione di quanto avvenuto in Russia, Inghilterra, Stati Uniti, Germania, Austria e Francia nei primi venti anni del 1900, quando l'Europa è stata devastata dal primo conflitto mondiale, in tale libro troviamo informazioni che raramente (o forse mai) troviamo nei manuali scolastici e che pure sono centrali per comprendere quanto avvenuto in quegli anni.

Innanzitutto la ricostruzione delle motivazioni per le quali sarebbero entrate in guerra le varie nazioni è fatta in una maniera precisa ed impietosa, e sebbene l'autore non esprime giudizi per mezzo dei suoi personaggi, i dati parlano chiari ed il lettore attento ben comprende che in realtà il conflitto era evitabilissimo. Anche il famoso casus-belli dell'assassinio dell'erede al trono d'Austria-Ungheria appare chiaramente per quello che è, una semplice scusa per motivare un'aggressione espansionistica, tant'è che le condizioni poste nell'ultimatum alla Serbia furono intenzionalmente così dure da essere chiaramente inaccettabili.

Un'altra cosa che salta agli occhi è la reciproca parentela di quasi tutti i sovrani i cui eserciti si affrontavano nel conflitto. Circostanza su cui spesso si sorvola nei libri di storia ma che è in realtà di grandissima importanza. Le famiglie regnanti di paesi nemici contraggono reciproche parentele tramite facendo sposare tra di propri figli e poi, ciò non ostante, non solo le rispettive nazioni si affrontano in guerra, ma nessuno di questi reali coniugi muove un dito per impedire o per fermare il massacr.


Dalla (corretta) ricostruzione del libro si comprende che guerra che nasce con una pseudo-motivazione e che ben presto potrebbe finire per esaurimento, quando si vede che i due schieramenti si confrontano con alterne vicende senza che nessuno possa gridare alla vittoria. Ma a un certo punto, come ben spiega il libro, la guerra deve continuare non più per motivazioni politiche, ma economiche, a causa dei debiti contratti con le banche. Ebbene sì, è un romanzo storico quello che mostra il ruolo centrale delle banche nei conflitti dei secoli più recenti (sebbene non si spinga troppo in là fino a mostrare che banchieri e produttori di armi siano i veri responsabili di certi conflitti). 

Nessuno degli eserciti contrapposti si è potuto armare senza che il proprio governo contraesse debiti con le banche, e quando la guerra è arrivata ad una posizione di stallo, i governi erano di fronte ad un bivio: o interrompere la guerra e trovarsi impossibilitati a pagare i debiti, o continuare la guerra fino alla vittoria nella speranza di imporre sull'avversario sconfitto il pagamento di costosissime "riparazioni di guerra" (una sorta di estorsione a mano armata).

Come se ciò non bastasse nel corso del libro assistiamo al viaggio di Lenin verso la Russia, aiutato e finanziato da agenti dei servizi segreti tedeschi (altro importantissimo passaggio sottaciuto dai libri di storia), ed alla rapida involuzione autoritaria della rivoluzione d'ottobre, che sostituisce la despotica e sanguinaria dittatura zarista con l'altrettanto despotica e sanguinaria dittatura leninista (che non risparmia nemmeno le persone ad essa fedeli).

Anche i "nobili ideali" del presidente statunitense Wilson (che prima promette la neutralità del suo paese e poi entra in guerra) risultano ben poco credibili quando lo si vede descritto un uomo del Sud degli States, ancora ben poco disposto a considerare i neri del suo paese come esseri umani che hanno la stessa dignità dei bianchi. Davvero costui voleva costruire le Nazioni Unite per impedire ogni eventualità di guerra futura?


Titola il Daily Mirror: "Un gruppo storico: soldati britannici e tedeschi fotografati assieme" (6 gennaio 1919)

Quanto ai tanti soldati semplici che persero la vita o che sopravvissero ad anni di vita infernale, lanciati in attacchi suicidi ad espugnare trincee armate di mitragliatrice che li falciavano a decine alla volta, il libro racconta anche quanto poca fosse in realtà la motivazione che animava molti di loro. Contadini ed operai da una parte contro contadini ed operai dall'altra, classi povere contro classi povere, l'un contro l'altro armati, persone semplici la cui mancanza di erudizione e cultura spesso le difendevano dalla vuota retorica bellicista denunciata da E. M. Remarque.
Ed il libro descrive infatti come in occasione del primo Natale di guerra i soldati tedeschi e francesi decisero spontaneamente di smettere di combattersi, di fraternizzare, di scambiarsi cibi, di festeggiare assieme, di affrontarsi in partite di calcio invece che in crudeli battaglie. In realtà per la maggior parte di loro, l'unica motivazione a combattere era la minaccia di fucilazione da parte dei superiori.

In un solo romanzo storico, attentamente ricostruito, troviamo molte scomode verità che da tempo sono state esposte in questo ed altri siti che i soliti denigratori disprezzano con l'utilizzo dell'appellativo di "cospirazionisti". A scuola varrebbe sicuramente di più far leggere questi romanzi o far vedere questi film che non fare studiare i soliti libri ove la storia in realtà viene scritta "ad usum delphini". 


"Brown vuole un nuovo ordine mondiale"  titola la BBC

Detto questo non si intende qui assolutamente fare un panegirico di Ken Follett, uomo che ha militato nella sinistra istituzionale britannica (partito laborista) e che ha sposato una donna che è stata ministro della cultura nel governo di Gordon Brown, proprio quel politicante che auspicava l'avvento di un Nuovo Ordine Mondiale.  Del resto pur mostrando molti risvolti reconditi della storia, di tanti altri non fa cenno.

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