Trekking nelle Langhe piemontesi: un paesaggio di… vino

Creato il 20 novembre 2015 da Nonsoloturisti @viaggiatori

Il nostro trekking inizia con una fitta nebbia che sale agli irti colli, in quella che sarà una calda giornata novembrina inneggiante alla vitale energia della leggendaria estate di San Martino. Ci si incammina fra profumi di vigneti e di frutti autunnali: cachi e melograni, che pendono come gioiosi trofei dai rami di alberi sollevati in un contrasto cromatico dinanzi ad uno sfondo patinato da acquerello d'autore.

Paesaggi collinari a metà strada tra le Alpi e il mare, resi celebri dalle pagine di autori come Pavese e Fenoglio, le Langhe sono una zona del Piemonte situata a cavallo delle provincie di Cuneo e di Asti, confinanti con altre regioni storiche come il Monferrato e il Roero, costituite da un esteso sistema di dolci pendii definito dal corso dei fiumi Tanaro, Belbo, Bormida di Millesimo e di Spigno. Borghi suggestivi come La Morra, Alba Canelli, Santo Stefano Belbo Dogliani, San Donato di Mango si ergono, con le loro rocche , a baluardo di una civiltà densa di valori e tradizioni secolari.

Si parte da quella che viene definita la capitale delle Langhe, Serralunga d'Alba, caratteristica località arroccata in cima ad una collina, ai piedi di un castello fiabesco. Percorrendo viottoli e strade sterrate in mezzo ad uno scenario intriso di colori accesi, fra la ordinata geometria di innumerevoli filari d'uva, ci si dirige verso Monforte d'Alba, passando per San Bernardo e Collaretto.

Rapiti dalla quiete innaturale che ci avvolge scendiamo sul fondovalle percorso dal piccolo Rio Talloria di Castiglione (300 metri sul mare) per poi salire il bivio di Case Manera-frazione Le Coste (430 metri) e raggiungere il Castello di Monforte, con un magnifico panorama che spazia sull'intero arco alpino nord-occidentale, dominato dall'inconfondibile massiccio del Monviso.

Lungo un percorso agevole ci ritempriamo con la dolcezza del sapore dei piccoli grappoli di uva rimasti sui vitigni nonostante la razzia della recente vendemmia. Dopo circa tre ore di cammino giungiamo a Barolo per la sosta pranzo a base di formaggi e salumi tipici. Facciamo un piacevole slalom fra orde di turisti a caccia di sapori autentici inebriati dai profumi di risotti al Barolo, agnolotti del Plin, dolci alle nocciole e pregiato "succo di Bacco".

Una capatina al museo del cavatappi e a quello del vino, in cui il visitatore può interagire con sofisticati meccanismi per immergersi in modo emozionale nell'affascinante cultura enologica. Estasiati dai colori innaturali che ci avvolgono ci dirigiamo a Grinzane Cavour, dove fervono i preliminari per l'attesissima asta mondiale del tartufo alla quale quest'anno prenderà parte anche il grande Robert De Niro. Incantevole anche qui lo scenario vitivinicolo circostante e il gusto di memoria storica che aleggia nel castello-museo presso il quale soggiornò, dal 1832 al 1849, Camillo Benso Cavour e dove sono custodite preziose testimonianze di carattere etnografico.

Si riparte per il rientro con il cuore denso di emozioni per quel turbinio di immagini oniriche che hanno accarezzato i nostri sguardi, felici per quel tripudio di sollecitazioni sensoriali che ci hanno inebriati, restituendoci il piacere della semplicità in un raffinato contesto paesaggistico di superba bellezza.

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