Ho finito di leggere l’intervento di Giulio Tremonti riportato sul Foglio di oggi 11 Maggio. L’ho trovato di grande sostanza. In particolare mi preme sottolineare le considerazioni sul nucleare con le quali concordo perfettamente. Il nucleare, che è e rimane questione politica, va però prima di tutto analizzato dal punto di vista di un’analisi termo economica. Investimento a grande intensità di capitale il cui piano di ritorno dell’investimento va inquadrato in un orizzonte di 50 anni. Un investimento soggetto pertanto, nel calcolo del ritorno economico, da un costo del capitale che grava nei flussi di cassa futuri come la voce di spesa più elevata.
La decisione di un operatore razionale di investire in tale settore (un ipotetico attore privato) è quindi affetta dal rischio connesso con il dover stimare ex-ante quanto sarà il costo capitale tra 50 anni in uno scenario (condizioni al contorno) altamente aleatorio e mi riferisco alla dinamica dei prezzi dei combustibili alternativi al nucleare per la produzione di energia (metano, carbone).
Dal punto di vista liberale dunque, prima di decidere “politicamente” se il paese debba o no avviare un programma sul nucleare, andrebbe verificato se nel mercato oggi esiste un investitore privato che ritenga opportuno (economicamente) investire in tale settore.