Treni sporchi, risarciti i passeggeri

Creato il 05 settembre 2011 da Gianpaolotorres

Una pendolare ha fatto causa per soppressioni, sporcizia e sovraffollamento dei convogli. Il giudice di pace le ha dato ragione. Trenitalia dovrà restituire i soldi degli abbonamenti per il periodo incriminato (un anno, 500 euro) e risarcirla dei danni morali: le condizioni di viaggio erano «gravemente umilianti».

Ripresi dal giudice nelle motivazioni della sentenza: «Treni in ritardo di almeno 10-15 minuti come norma, salvo ritardi maggiori; sedili sporchi al punto di non potersi più sedere; malfunzionamento di apparecchiature interne e, in alcuni casi, soppressione di alcuni treni che non veniva neppure annunciata…». Il tutto, naturalmente, con la viaggiatrice che «ha comunque goduto del trasporto ferroviario, seppure inadeguato rispetto agli standard di qualità».

A supporto delle tesi dell’assistita, il Codice al consumo. Nello specifico l’articolo 36, che sancisce la «nullità delle clausole contrattuali di cui venga accertata la vessatorietà in tema di contratti conclusi tra il professionista e il singolo utente persona fisica e ciò a tutela del consumatore». Quanto a Trenitalia, il giudice di pace Roberta Rosabianca Succi ha scritto che «deve escludersi che il suo obbligo si esaurisca nel trasporto dell’utente a destinazione, a prescindere dalle modalità esecutive di tale trasporto». Anche, tra l’altro, si aggiunga, in considerazione dei costi.


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