Magazine Società

Trenitalia: l’ennesima vergogna italiana

Creato il 08 gennaio 2012 da Trame In Divenire @trameindivenire

Trenitalia: l’ennesima vergogna italiana

Frecciargento

Ricchi, poveri, nord e sud. L’Italia divisa in due da Trenitalia

Mentre Trenitalia e l’amministratore delegato Mauro Moretti licenziano, per lo più personale di vagoni letto e personale notte, per far fronte alla concorrenza dei voli low cost, vengono soppresse intere tratte, sopratutto quelle percorse dalla Frecciabianca, in particolare quella della linea notte, che collegano l’Italia del lavoro da nord a sud, da est a ovest.  Ad essere penalizzati sono soprattutto i pendolari, il lavoro e la sussistenza di intere famiglie, non pochi milioni di italiani.

Un bene e un servizio pubblico, quello del trasporto su rotaia che,  nell’era delle liberalizzazioni, è svilito e deviato dalla sua natura essenziale. Un servizio pubblico che al pubblico non offre più nulla se non attraverso il ricatto di tariffe improponibili. Trenitalia e i suoi amministratori con i tagli al personale, l’aumento spropositato delle tariffe e con la cancellazione dei collegamenti tra nord e sud, negano la sussidiarietà quale principio fondamentale della democrazia ponendosi in netto contrasto con la costituzione italiana. Ma se Moretti e Trenitalia, nonostante i governi liberisti degli ultimi vent’anni, operano nel mercato dei trasporti su rotaia  come se fossero in regime di monopolio, il merito è soprattutto della politica.

Sottrarre un servizio fondamentale come il Lecce-Milano, che per anni ha accompagnato milioni di italiani, come un’umanità brulicante e affamata, stipati su carrozze spesso lerce,  nei flussi migratori per il lavoro, è un atto di violenza, d’intolleranza e di arroganza verso chi lavora, verso chi il lavoro lo cerca a volte con disperazione e verso chi non può permettersi di investire fino a un quinto dello stipendio, quando questo esiste, per viaggiare sul Frecciargento alla modica cifra di quasi 150 euro solo andata. Un lusso per pochi, non certo per un pendolare con una retribuzione che supera di poco i mille euro mensili.

Non si capisce, poi, perché un italiano, imprenditore, operaio, precario o disoccupato, in tempi di voli low cost e di recessione galoppante, dovrebbe scegliere un viaggio di 8 ore, al netto dei puntuali ritardi, rispetto alle 3 ore totali di un viaggio aereo, spostamenti compresi e con costi spesso molto inferiori.

Dalle istituzioni regionali della Puglia, intanto,  partono iniziative politiche, anche forti. Non sono escluse le vie giudiziarie nonché il viaggio inchiesta di una delegazione di consiglieri regionali, su un convoglio notte per verificare la puntualità, il comfort, la pulizia, i disagi lungo la tratta della dorsale Adriatica. Si pensa anche alla mobilitazione sociale oltre che alla class action promossa dal presidente della Regione Puglia Nichi Vendola,  da Onofrio Introna, presidente del consiglio regionale e dall’assessore ai Trasporti Guglielmo Minervini.

 

 giuseppe vinci

 


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazine