Sono stati presentati in questi giorni, in una conferenza stampa a Cosenza, i risultati della seconda tappa del tour 2014 del Treno Verde di Legambiente e Ferrovie dello Stato Italiane e ciò che ne emerge non è assolutamente rassicurante: inquinanti elevati nelle ore di punta e decibel oltre il limite, soprattutto nelle zone sensibili della città. Alla presentazione dello studio di Legambiente, realizzata con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente della Tutela del Mare, hanno partecipato Serena Carpentieri, responsabile del Treno Verde, Francesco Falcone, Presidente di Legambiente Calabria e Luca Ricciardi, responsabile del laboratorio qualità dell’aria di Italcertifer.
Lo studio è stato effettuato per 72 ore attraverso il monitoraggio da parte del laboratorio mobile qualità dell’aria di Italcertifer, sito in via Panebianco 182, nelle vicinanze della sopraelevata che conduce alla superstrada 107 Silana-Crotonese e sono state raccolte informazione relative alle concentrazioni nell’aria di biossido di azoto, monossido di carbonio, biossido di zolfo e ozono, oltre che i valori di PM10 e benzene. Inoltre, è stato installato un altro impianto per monitore l’inquinamento acustico in via Cesare Gabriele n. 51, nonostante risulta assente a livello regionale da almeno quindici anni la legge che impone agli enti pubblici la redazione di un piano per la classificazione acustica.
Nello studio del Treno Verde di Legambiente si è rilevato un aumento dei valori di concentrazione di polveri sottili, benzene e biossido di azoto, dovuti ad un aumento del traffico stradale nelle ore di punta, superando i limiti di legge con polveri sottili con un valore di 79 μg/m3, riferito ad una media giornaliera, e di benzene con un valore di 9,9 μg/m3, riferito ad una media annuale. Il PM2.5 ha raggiunto un valore medio giornaliero di 37 μg/m3, superando il limite di legge pari a 25 μg/m3, dato però riferito ad una media annua. Mentre, il benzene ha fatto registrare una media giornaliera di 5 μg/m3 eguagliando il limite di legge. In ultimo, ma non per importanza, il PM10 non ha raggiunto per poco il limite di legge di 50 mg/m3, attestandosi ad una media giornaliera di 49 mg/m3.
Oltre alle stazioni fisse di via Panebianco e via Cesare Gabriele, i volontari del Treno Verde hanno effettuato un monitoraggio passeggiando per le vie della città, attraverso uno strumento in grado di rilevare in tempo reale le concentrazioni nell’aria delle polveri sottili. Il monitoraggio ha visto coinvolte le principali vie del traffico cosentino, quali viale Mancini, Piazza Loreto, Piazza Bilotti e Piazza Europa, registrando due medie orarie di PM10 pari a 13 µg/m3.
Dal monitoraggio effettuato dal Treno Verde tra gli inquinanti più pericolosi riscontrati vi è il benzene, oltre al PM10. Molto probabilmente gli alti livelli registrati a Cosenza sono connessi alle caratteristiche delle auto circolanti: infatti, il 56,7% di queste ha oltre otto anni di età e, dunque, risulta essere molto più inquinante rispetto alle auto nuove, contro una media nazionale del 49,7%.
Serena Carpentieri, responsabile del Treno Verde di Legambiente, ha sottolineato che “anche a Cosenza così come in tutta la Calabria, restano le criticità. I valori di PM10 e PM2,5 non hanno superato la soglia limite nei nostri tre giorni di monitoraggio, ma ci sono stati picchi molto elevati che impongono di mantenere alta l’attenzione. Picchi che si sono raggiunti soprattutto durante le ore di punta, a testimonianza di ciò che diciamo da tempo: la mobilità urbana va assolutamente rivoluzionata se si vuole salvaguardare la qualità dell’aria e di conseguenza la salute dei cittadini”. Un messaggio da cogliere, al più presto.
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