Ad ogni modo, i veneti presentano due etichette, di cui tuttavia non sono riuscito a capire il prezzo: il Tremila Brut (la breve scheda tecnicha tuttavia allude ad un dosaggio zero) con una rifermentazione da 26 mesi e il TRENTO DOC, di cui però non viene indicata la tipologia zuccherina, con una rifermentazione da 24 mesi. Entrambi i vini sono incisivamente associati all’idea della montagna. Il primo proviene “da uve Pinot nero e Chardonnay coltivate nell’alta valle dei Ronchi nel comprensorio delle Dolomiti trentine”. Anche se in realtà si tratta delle cosiddette Piccole Dolomiti e non delle Dolomiti. Il secondo vino, invece, nasce da uve Chardonnay coltivate “nella zone di alta collina site nel cuore del Trentino, alle pendici del gruppo dolomitico del Brenta”. Il payoff montanaro insomma funziona e crea proseliti.
Nel catalogo di Podere Italiano altre due etichette, questa volta si tratta però di vino fermo, che hanno a che fare con il Trentino. Uno Chardonnay Terradeiforti e un Müller-Thurgau DOC del Trentino, che, racconta la scheda, “è la patria d’elezione di questo vitigno, che grazie all’altitudine e alle notevoli escursioni termiche riesce ad esprimere qualità organolettiche incomparabili. ll vigneto si trova alla quota di 800 metri nella valle dei Ronchi in Trentino”.
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