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Trento: la storia dell’insegnante licenziata perché lesbica. Nuova lotta alle discriminazioni

Creato il 21 luglio 2014 da Nicola933
di Francesca Abbatiello Trento: la storia dell’insegnante licenziata perché lesbica. Nuova lotta alle discriminazioni - 21 luglio 2014

TrentoDi Francesca Abbatiello. “Uguaglianza” è una parola chiave nel nostro ordinamento: in essa si ravvisa comunemente un valore, un ideale, un obiettivo pubblico, un principio normativo, un criterio di giustizia, un’aspirazione morale universale. La Costituzione italiana all’art. 3 è chiara:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

Ma il successo e l’indubbia forza evocativa di tale articolo non ne garantiscono l’attuazione effettiva nella realtà. È il caso di prendere in esame quello che è successo a Trento, in una scuola religiosa paritaria, dove non sarebbe stato rinnovato il contratto ad un’insegnante, per una valutazione di carattere etico-morale. La donna sarebbe stata chiamata a chiarire quale fosse il suo orientamento sessuale e invitata a intraprendere un percorso di “riabilitazione”. Non avendolo fatto, la donna avrebbe perso il lavoro. Nega questa versione dei fatti, la superiora dell’Istituto Sacro Cuore, madre Eugenia Libratore, la quale avrebbe al contrario tentato di aiutare la professoressa con il contratto in scadenza, offrendole aiuto una volta rimasta senza lavoro.

Si ha ragione di credere che la donna sia stata licenziata, perché lesbica.
Non è la prima volta che assistiamo a queste discriminazioni, ma ci auspichiamo sia anche l’ultima. In questo senso, il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, ha assicurato: “Se il motivo della mancata conferma in servizio della professoressa fosse da ricondurre a motivazioni attinenti l’orientamento sessuale della stessa, è evidente che ci sarebbe la necessità di un immediato approfondimento da parte della Provincia”.

Questa mattina, il ministro dell’istruzione, Stefania Giannini, ha annunciato: “in queste ore sto raccogliendo gli elementi utili a comprenderne tutti gli aspetti. Laddove ci trovassimo di fronte a un caso legato a una discriminazione di tipo sessuale agiremo con la dovuta severità”.

Siamo ben lieti di vedere che le istituzioni si stiano attivando, tenendo fede al loro dovere di intervenire contro le discriminazioni operate ingiustamente. Il dovere di trattare le persone da uguali risiede non solo nella costituzione, come suddetto, ma soprattutto nella conservazione del rispetto e dignità altrui. Questo è quel qualcosa in virtù del quale le persone sono uguali, indipendentemente dalle differenze empiriche e contingenti che le contraddistinguono. Tutti gli esseri umani sono uguali in quanto persone dotate della stessa dignità e dunque degne di uguale rispetto. In altri termini,una base dell’eguaglianza si può trovare in quella caratteristica delle persone in virtù della quale a esse si deve rispetto. Il rispetto e la realizzazione dell’uguaglianza sono garanzia dello pieno sviluppo della persona,proprio in quanto tale.

La realizzazione di una società fondata sul rispetto per queste persone omosessuali, passa necessariamente per la lotta ai pregiudizi e al razzismo, ma anche attraverso la presenza di una rete solidale che possa accompagnare e aiutare gli individui.

L’associazione A.N.D.D.O.S. è stato fondata proprio con questi fini, tra cui anche quello di stimolare e supportare la creazione e lo sviluppo di ambienti sicuri, capaci di aggregare persone altrimenti emarginate e isolate socialmente, nei quali esse possano condividere esperienze, trovare accoglienza e protezione, manifestare appieno la propria dimensione sessuale e, attraverso il confronto, trovare il coraggio di partecipare alla vita sociale e politica della comunità LGBT.

Bisogna affermare una positiva immagine dell’omosessualità e degli omosessuali nella società, nonché contribuire all’affermazione e allo sviluppo dei diritti civili e delle libertà delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali ed eterosessuali.


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