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Treviso, un braccio rotto e un torneo di minirugby: una storiaccia finita in azzeccagarbugli

Creato il 15 marzo 2012 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

Treviso, un braccio rotto e un torneo di minirugby: una storiaccia finita in azzeccagarbugliElisa Adamo per La Tribuna

Si conclude con una causa di risarcimento darmi alla Benetton Rugby di Treviso un torneo di ragazzini, tutti di età compresa tra gli 8 e i 10 anni. A rivolgersi al giudice contro la
direzione della società è la famiglia di un bambino rimasto invalido dopo essere stato
spinto violentemente da un compagno di squadra, fuori dal campo di gioco. Questa,
perlomeno, la ricostruzione fatta dai familiari. I fatti risalgono al 26 settembre del 2010 quando F.G., rugbista di 8 anni, partecipa con la propria squadra a un torneo organizzato negli impianti sportivi di Casale sul Sile. I bambini non sono soli: sono tutti minorenni e vengono accompagnati dai genitori ai campi sportivi e affidati alla sorveglianza degli allenatori e di un accompagnatore, nominato dalla società sportiva Benetton Rugby.
La giornata di festa procede per il meglio fino allo spiacevole episodio: mentre la squadra del piccolo atleta si trova a bordo campo e aspetta il proprio turno di gioco, un altro
rugbista- stando almeno alla ricostruzione dei ricorrenti - spinge F.G.. Normali scherzi
tra compagni di squadra, se non fosse che F.G. cade e si fa molto male al braccio. Intorno al bambino, sostengono i familiari, non ci sono gli allenatori e nemmeno l’accompagnatore: l’atleta si alza e raggiunge da solo il padre che segue il torneo dagli spalti. Padre e figlio si recano all’ospedale dove viene diagnosticato al rugbista la frattura biossea dell’avambraccio sinistro: in altre parole il bambino si è procurato una brutta frattura in due punti dell’osso che collega bicipite e polso . La madre del ragazzino chiede alla Benetton rugby il risarcimento per l’infortunio del figlio senza però intraprendere subito un’azione legale. «Da qui è iniziato il calvario della madre di un bambino di 8 anni per avere il risarcimento dell’infortunio – fa sapere Michela Sabatini, avvocato di Treviso che rappresenta la famiglia
dell’infortunato- Inizialmente, confidando delle serietà della società, la madre dell’atleta non ha voluto un avvocato». La madre fa tutto quello che può per ricevere dalla società di rugby i soldi dell’incidente: porta la documentazione medica, dove è sottolineata l’invalidità del figlio pari al 5%, e tutte le carte che dimostrano la spesa di 1.500 euro, sostenuta dai genitori per le cure. La società sportiva rimborsa il danno al braccio con 300 euro. Una somma ritenuta dai genitori vergognosa a fronte dell’invalidità diagnosticata. «La madre chiede la copia della polizza di assicurazione fatta dagli atleti – ricostruisce il legale – dopo sei mesi le viene risposto dalla società che se lei vuole la copia della polizza deve restituire l’assegno di 300 euro». A questo punto la famiglia chiede l’Intervento di un legale: «La società sportiva fornisce agli altri genitori informazioni fuorvianti – continua l’avvocato Sabatini- la società si preoccupa solo di fare una riunione con gli altri genitori per far firmare loro una specie di liberatoria per evitare alla società altri casi simili». La famiglia dello sfortunato giocatore ha deciso pertanto di procedere con una causa civile di risarcimento danni nei confronti della Benetton rugby Treviso. (…) La prima udienza della
causa civile di risarcimento danni nei confronti della Benetton rugby si terrà il 5 luglio
al tribunale di Treviso.


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