Il riferimento, per niente lusinghiero, va alla zona compresa tra Nola, Acerra e Marigliano.
Dai dati disponibili emerge infatti una profonda discrepanza tra l’indice di mortalità per il tumore al fegato, che a livello italiano si attesta a 14 casi ogni 100mila abitanti, sale sino a 35,9 per gli uomini e 20,5 per le donne (ogni 100mila abitanti).
Secondo lo studio la causa di questi dati è da ricondurre allo stoccaggio dei rifiuti, soprattutto illegale, che porta all’inquinamento del territorio e si ripercuote nella catena alimentare e nell’atmosfera di chi vive nella zona.
Gli organi colpiti sono i più sensibili del corpo: vescica, fegato e stomaco, dove c’è maggiore probabilità che la sostanza tossica entri all’interno della cellula. Tra i 20 e i 40 anni il rischio leucemie e linfomi, dunque, risulta più elevato.
Ma questo era il 2004…ci sarebbe stato tanto lavoro da fare, eppure siamo ancora qui a discuterne.