Jackson Pearce è nata nel 1984 in North Carolina e adesso risiede in Georgia. Prima di Sister Red – Cacciatrici ha scritto un altro romanzo dal titolo As you wish, un urban fantasy pubblicato da Harper Collins nel 2009. Cacciatrici fa parte di una trilogia ispirata a Cappuccetto Rosso a cui seguiranno i titoli Sweetly e Fathomless, in via di pubblicazione negli Stati Uniti.
Trilogia “Fairytale Retellings”,
1. Cacciatrici (isbn:9788856613483)
2. Sweetly
3. Fathomless
Autore: Jackson Pearce
Serie: Trilogia “Fairytale Retellings”, 1
Edito da: Piemme
Prezzo: 16,00€
Genere: Young Adult, Urban Fantasy, Lycan
Pagine: 312 p.
Voto:
Trama: Due bambine sono in casa sole con la nonna, quando vengono attaccate da un lupo mannaro. La nonna muore, loro invece si salvano, ma l’aggressione lascia il corpo e il volto di Scarlett completamente ricoperti da cicatrici. Adolescenti, Scarlett e Rosie diventano spietate Cacciatrici, determinate a vendicarsi e uccidere tutti i lupi mannari. Ma quando un tenebroso boscaiolo farà battere il cuore della piccola Rosie, la ragazza si troverà costretta a scegliere tra l’amore e il patto di fedeltà con la sorella, alla quale deve la vita…
Quando eravamo piccole, Scarlett ed io eravamo convintissime di essere state una persona sola nella pancia della mamma. Credevamo che a un certo punto lei avesse voluto nascere e io rimanere. Così il nostro cuore aveva dovuto essere diviso in due in modo che lei potesse nascere prima. Solo qualche anno dopo io mi ero fatta abbastanza coraggio per arrivare al mondo. Nelle nostre testoline la cosa aveva perfettamente senso.
Recensione
Cacciatrici (Sisters Red è il titolo orginale) è il primo romanzo autoconclusivo della trilogia urban fantasy di Jackson Pearce. Un nuovo young adult nel panorama editoriale italiano, un nuovo romanzo che spera di poter cavalcare la prolifica onda di successo che sembra aver investito le nostre librerie dove, da qualche anno, chiedere un “fantasy” è praticamente come chiedere uno “young adult”.
Questa volta, però, accanto alla promessa di “un buon libro”, troviamo anche delle conferme che arrivano veloci e decisive non appena entriamo nel cuore della storia che, fortunatamente, non si fa attendere troppo.
Cacciatrici è un ottimo romanzo, frutto dell’abile penna di Jackson Pearce, in grado di incantare fin dalle prime pagine con le sue tinte dark, drammatiche e cariche di suspance.
Due sorelle, un cuore solo diviso a metà come sono solite raccontare, e un destino impresso a sangue sulle loro anime e sul volto sfigurato di Scarlett. Un monito eterno, in memoria di un debito di vita, di un’unione di sangue che travalica il normale affetto fra sorelle ed una consapevolezza che deriva dalla conoscenza.
Scarlett e Rosie erano ancora due bambine molto piccole quando casa loro fu attaccata da un Fenris che, dopo aver ucciso la nonna che si prendeva cura di loro, decise di mangiarsi, letteralmente, anche le due ragazzine terrorizzate. E fu in quel momento che Scarlett, la maggiore, decise di proteggere la sorellina facendole scudo con il suo corpo e rimanendo irrimediabilmente e crudelmente segnata a vita.
La vita di Scarlett, da quel momento, si trasforma in un caleidoscopio di emozioni violente, il rosso del sangue di sua nonna la tormenta e l’unica cosa che sembra darle pace è la caccia. Entrambe le sorelle, infatti, diventeranno a breve due abili cacciatrici dei “lupi”, dei Fenris, armate di coltelli ed una mantella rossa che riesce ad attirare l’attenzione dei predatori come un faro nella notte.
È ormai chiaro che l’autrice ha voluto ripresentarci una favola che tutti ben conosciamo, ma ce la presenta vestita di tinte molto cupe e con un approfondimento psicologico che, se paragonato all’azione, fa veramente da padrone.
Saranno infatti i pensieri di Rosie e Scarlett, alternandosi capitolo per capitolo, a trasportarci nella loro “missione di crescita”. Le due sorelle, unite da un debito di vita e da un cuore solo, stanno crescendo e si renderanno conto, che lo vogliano o meno, che sono diverse e come due individui dovranno vivere per sempre.
Scarlett, che dopo l’incidente crede di non aver più nulla se non l’obbligo di salvare le altre ragazze affinché nessun altro debba piangere per una figlia, nipote o sorella perduta, e Rosie, che ama sua sorella in modo viscerale ma che si rende conto di non poter vivere di sola caccia e vuole altro dalla vita. Vuole Silas, il socio di sua sorella e unico amico che continua a stare accanto alle ragazze da dopo la grande tragedia.
È qua che il romanzo si avvicina pericolosamente, almeno in apparenza, al solito romanzo young adult con l’ennesimo triangolo amoroso. A Rosie piace Silas, ma a Silas piace Rosie? Come dire, poi, a Scarlett, per la quale la loro unica ragione di vita dovrebbe essere cacciare i Fenris e salvare vite, che Rosie vuole qualcosa di diverso? Come rompere questo piccolo nucleo familiare fondato sull’amore, un amore viscerale e possessivo come quello provato da Scarlett verso Rosie, la sorellina per la quale ha quasi dato la vita anni prima, o come quello provato da Rosie verso Silas?
Ci allontaniamo dunque dal pericolo del solito triangolo per sprofondare nell’amara realtà dei sentimenti di affetto, rabbia, invidia, gelosia e coraggio di queste ragazze, che si trovano ad essere apparentemente separate da un ragazzo, ma che in realtà non stanno facendo altro che affrontare una battaglia diversa. Scarlett, con la sua anima da cacciatrice, verso una razza che le ha deturpato per sempre l’esistenza e nei confronti di una responsabilità che sente di non poter accantonare. Rosie ,da parte sua, si trova a combattere con il senso di obbligo che prova verso la sorella che le ha salvato la vita, e non riesce nemmeno a pensare di poterla deludere abbandonando la caccia.
Leggiamo, pagina dopo pagina, questa battaglia silente che riapre ferite ormai credute rimarginate e sorridiamo leggermente quando qualche piccolo cliché si verifica immancabilmente senza minacciare, però, il valore del romanzo.
L’azione è sempre presente, nonostante sia un libro fortemente introspettivo; la caccia ed “il grande confronto” fra Cacciatori e Fenris sono comunque ben strutturate e descritte.
Alla fine un po’ di amarezza permane, ma non c’è delusione di fronte a questo epilogo che consegna le chiavi della speranza solo a qualcuno. Come tutte le vere “favole” di una volta, non può esistere un vero lieto fine ma ci resta la speranza di veder l’animo di Scarlett, un giorno, placato dalla sua sete.
La vita non può essere solo “cacciare”, non è tutta lì. Per una volta, anche noi diamo ragione a Silas.