“Annunciamo che la maggior parte dei ministeri, delle istituzioni e dei corpi statali nella capitale Tripoli sono fuori controllo”.
Così il governo libico auto-esiliatosi a Tobruk, 1500 km a est della capitale, ha comunicato lo stato di caos in cui è caduta Tripoli dopo settimane di combattimenti fra milizie rivali.
Tutti i ministeri, l’azienda statale National Oil Corp (Noc) e la Banca Centrale hanno le loro sedi nella capitale.
In una nota, il governo ‘ad interim’ del primo ministro Abdullah al-Thani, che proprio oggi è stato incaricato per la terza volta di formare un nuovo esecutivo dopo aver dato le dimissioni la scorsa settimana, ha precisato che “ministeri e uffici sono stati occupati da milizie armate che impediscono ai lavoratori di entrare e minacciano i loro superiori”.
Il governo, ha aggiunto la nota, “sta cercando di garantire la continuità dei servizi a distanza”.
Al-Thani ha quindi definito “un atto di ribellione contro la legittimità del parlamento” eletto di recente il tentativo del Consiglio generale nazionale, scaduto dopo il voto di giugno, di affidare all’islamico Omar al-Hassi l’incarico di formare un governo di “salvezza nazionale”.
Le autorità provvisorie hanno progressivamente perso terreno da quando il 22 agosto la principale alleanza islamica Fajr Libya (Libya Dawn), originaria di Misurata, ha catturato l’aeroporto della capitale dopo prolungati e intensi scontri.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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