Tripoli, oggi più che mai suol d’amore. Il nostro.

Creato il 23 agosto 2011 da Coriintempesta

di: Fulvio Grimaldi

La storia è un resoconto perlopiù falso di eventi perlopiù insignificanti provocati da governanti perlopiù delinquenti e da soldati perlopiù idioti. (Ambrose Bierce, scrittore Usa, 1842-1914)

Liquidiamo per prima cosa gli sciacalli collateralisti travestiti da sinistri, oggi tutti o rintanati in un abisso di vergogna, o garruli, più impudichi, celebratori di diritti umani e democrazia ristabiliti. Come Vendola – “Israele ha fatto fiorire il deserto” – Rossanda -”Brigate internazionali a sostegno dei giovani rivoluzionari di Bengasi”, o il poco noto sedicente esperto di Latinoamerica e spocchioso tuttologo dell’intossicazione imperialista, Carotenuto – “I cecchini di Gheddafi sparano sui bambini”. Li scopriamo, sotto gli scintillanti panni arcobaleno, imbrattati di merda e grondanti di sangue del popolo libico e confinati per l’eternità nella fangazza dei caimani, peggiori del guiitto mannaro: traditori e rinnegati.

Calpesta questi vermi Hugo Chavez che, ancora una volta, ha tuonato contro le aberranti nefandezze  dei “democratici governi europei e Usa impegnati a radere al suolo Tripoli, le scuole, gli ospedali, le case, i posti di lavoro, i campi coltivati, le fabbriche, i rifornimenti idrici ed elettrici con il suo milione e mezzo di abitanti”, adducendo a scusa una “rivoluzione” che non è che un colpo di Stato “mirato a prendersi il paese e le sue ricchezze” .

Dietro a Chavez c’è quasi l’intera America Latina, quasi tutta l’Africa, gran parte dell’Asia, a dispetto degli infingardi medvedeviani e cinesi. E questi cavalieri dell’Apocalisse, rappresentanti di un mero 7% dell’umanità, in maggioranza, poi, nemmeno  omologati sui crimini dei loro “rappresentanti”, osano definirsi “comunità  internazionale”. Senza contare che ormai, nella “comunità internazionale”, questi non sono da tempo rappresentanti di nessuno, se non della manica di criminali psicopatici rintanati nei forzieri.
E veniamo a come sembra stiano le cose secondo le uniche voci oneste sopravvissute a Tripoli. Sopravvissute, perchè ne va della loro vita, visto che le spie della Cia e dell’MI6, fattesi passare per giornalisti nell’Hotel Rixos, li hanno minacciati di morte e cercano di farli fuori. Me li ricordo, quei “giornalisti” yankee e britannici, in ascolto spocchioso e irridente alle nostre conferenze stampa in cui portavamo documenti, immagini e testimonianze degli orrori compiuti dai mercenari e dalla Nato. Ricordo le loro domande di spie: “A quale formazione politica appartieni?” “Cosa guadagnate dal farvi trombettieri delle truffe e bugie di Gheddafi?” “Chi vi paga?” “Siete complici dei mercenari di Gheddafi che stuprano bambini”. “Vi rendete conto che siete operativi del terrorismo contro la democrazia e la comunità internazionale?”
Ora quell’hotel, senza più personale, si è diviso in due contrapposti fortini: da un lato i giornalisti veri, in prima linea Thierry Meyssan e Darius Nazemroaya, che gli agenti angloamericani cercano di far fuori, dall’altro i mercenari mediatici. Gli stessi che viaggiando per le strade della Libia segnalavano alla Nato i posti di blocco da disintegrare. E’ per le strade così “ripulite” che le bande del mercenariato Nato hanno potuto avanzare grazie all’intervento incessante degli elicotteri d’assalto, dei droni e dei bombardieri, che spazzavano gli spazi davanti a loro. Nulla di quanto sta avvenendo è merito di questo branco di belve subumane unicamente motivate dal bottino e dagli orgasmi da sevizie e morte. Senza le stragi Nato non sarebbero stati capaci di far altro che continuare a dare la caccia agli africani neri, alle ragazze da violentare e poi uccidere (stile narcos al soldo degli Usa in Messico), a chi non si schierava con loro. La forza d’urto principale è stata esercitata dalle montagne alle spalle di Tripoli nelle quali nelle scorse settimane erano arrivate, su piste improvvisate, valanghe di armamenti pesanti, con il beneplacito del governo dellaTunisia, da qualcuno (Giuliana Sgrena e mistificatori vari) ancora definito espressione della “primavera dei gelsomini” (qualifica tesa a sacralizzare anche le operazioni Cia delle rivoluzioni arancioni, dei garofani, delle rose e di colori e fiori vari). Governo tunisino che, rivoluzionariamente, spargendo gelsomini, è balzato sul carro da morto di passaggio e ha riconosciuto il sedicente Consiglio di Transizione, così tagliando il cordone ombelicale a tutto un popolo, E’ la democrazia, cretino!

I tumulti di Tripoli, comunque, sembra non siano tanto merito di contingenti di mercenari invasori, in ogni caso guidati e appoggiati da teste di cuoio occidentali, quanto da “cellule dormienti” infiltrate da tempo e che si sono mosse al segnale lanciato da certi muezzin dai minareti a partire da sabato scorso. Il meccanismo, ripetuto in questi giorni, è questo: la Nato lancia di notte attacchi di portata terrificante su una zona, o un centro, distruggendo tutto e facendo fuggire o uccidendo la popolazione (1.300 in 9 ore domenica scorsa, 5000 feriti). Nel vuoto si precipitano i mercenari con telecamere al seguito, sbraitano, sparacchiano e… spariscono, mentre l’area torna ad essere popolata da abitanti che rientrano sotto la protezione delle forze lealiste. Si parla addirittura di “ribelli” cacciati dalle loro posizioni 80 km a ovest di Tripoli (Zauija).

Così, pare, oggi a Tripoli, dove sarebbe in corso la controffensiva dei lealisti che avrebbe svuotato la città dai mercenari per il 90%, salvo sacche nei sobborghi. E a ennesima dimostrazione della rozzezza dei bugiardi: i figli di Gheddafi, Seif e Mohammed, sono liberi e in lotta. Il problema grande è che, come si creano distanze tra i due fronti, i killer Nato hanno agio di infierire su Resistenza e popolazione civile, ovviamente, come fatto a partire del 19 marzo, senza il minimo riguardo per la popolazione nella quale i combattenti patrioti si muovono. L’altra notte è passato su RAI Tre un grande film su Marzabotto. Sinistri e celebranti vari commemorano in lacrime quegli eventi. in Libia la nostra “comunità internazionale” di Marzabotto e S.Anna di Stazzema ne hanno perpetrato centinaia, all’ennesima potenza. E’ la democrazia, cretino! E ora stanno facendo a Tripoli quello che hanno fatto a Dresda, a Baghdad, a Falluja, a Gaza. Terminator nutriti di morte, amici, anzi padroni omaggiati, di Napolitano, Bersani, Flavio Lotti, Pannella e tutta la fangazza sinistrata d’Italia. Lordi tutti del sangue di un popolo genocidato dopo l’altro. A quando l’incendio purificatore e salvifico che li incenerirà?


Non finisce qui. Non c’è nessuna stretta finale, Gheddafi morirà in combattimento o trucidato, come Saddam e Milosevic, in qualche postribolo da tutti consacrato tribunale e dove, sullo scranno delle marchette, sono assise “madame” come Carla del Ponte, Antonio Cassese (quello del tribunale farsa prima della Jugoslavia e poi del Libano), Moreno Ocampo. Così come si omaggia Napolitano, il peggiore presidente mai avuto nella Repubblica, “difensore della Costituzione”. Colui che rischia, avvenuta la nemesi, di passare alla storia giusta con il titolo di “presidente fellone”. Accanto a gentaccia come Laval, Petain, Badoglio e, oggi, accanto a pagliacci zannuti Nato alla Karzai, Al Maliki, Micheletti, Calderon, Abu Mazen, Mesic…
Gheddafi, mille Gheddafi, continueranno a guidare la lotta dei libici, dovesse durare un’altra volta trent’anni, come sotto i macellai Graziani, Badoglio, Mussolini (avete constatato come questi massacratori dei mandanti Obama e Cameron e banchieri che li manovrano, siano addirittura peggio, molto peggio, di quegli antesignani della civiltà superiore bianca cristiana?). Alimentiamo i fuochi sacri dei libici. A partire dalle palle infuocate di verità da lanciare addosso alle prostitute nel postribolo.
MondoCane


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