Colpi di mortaio hanno raggiunto, nella giornata di ieri e nelle ore ad essa precedenti, l’ufficio della sicurezza dell’aeroporto di Tripoli, danneggiando ulteriormente le infrastrutture ma senza causare vittime.
La ripresa delle ostilità si è registrata poche ore dopo la notizia, diffusa anche dal sindaco della capitale, di un cessate il fuoco tra milizie rivali che da giorni si contendono il controllo dell’aeroporto.
In realtà, secondo alcune fonti di stampa, era soltanto aperta una trattativa per la tregua tra le milizie originarie di Zintan (nord-ovest) e quelle di Misurata (est).
Una bozza di accordo prevedeva la gestione dello aeroporto da parte di una forza “neutrale”.
Ma nei fatti il compromesso non ha retto, facendo ripiombare Tripoli nell’incertezza.
L’aeroporto è chiuso da domenica scorsa e i partner occidentali temono che il paese finisca nel “caos totale”.
Non è servito affatto , almeno finora, l’appello al dialogo lanciato ieri dal Consiglio delle Nazioni Unite.
In poche parole si teme il peggio.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)