Trittico del giardino delle delizie di bosch, un quadro di mistero

Creato il 25 febbraio 2014 da Postpopuli @PostPopuli

di Mariantonietta Sorrentino

 In barba al titolo, il “Giardino delle delizie” di Hieronymus Bosch è a dir poco inquietante. L’opera, nota anche come Il Millennio, è un trittico a olio su tavola, databile tra il 1480 e il 1490, conservato al Museo del Prado di Madrid.

Ritenuto il capolavoro e l’opera più ambiziosa dell’artista, in realtà è circonfuso di un alone di mistero, alone che avvolge tutti i personaggi raffigurati, ossia fanciulle danzanti, animali fantastici, ma anche vittime torturate, demoni e anime dannate.

da wikipedia

Le tre scene del trittico aperto sono probabilmente da analizzare in ordine cronologico da sinistra verso destra, per quanto non esista certezza per quanto riguarda questa lettura. Il pannello di sinistra rappresenta Dio quale perno dell’incontro tra Adamo ed Eva; quello centrale è una vasta veduta fantastica di figure nude, animali immaginari, frutti di grandi dimensioni e formazioni rocciose; quello di destra è invece una visione dell’Inferno e rappresenta i tormenti della dannazione.

Il periodo al quale si fa risalire il trittico fu un tempo di scoperte e avventure; fu allora che i racconti e i trofei del Nuovo Mondo colpivano le immaginazioni di poeti, pittori e scrittori… Ma c’è di più. La tela di Bosch mostra figure di creature ultraterrene e fantastiche, e la composizione si basa su ulteriori iconografie.

C’è chi come l’umanista Felipe de Guevara, collezionista di opere di Bosch e grande appassionato d’arte, indica Plinio e Antifilo quali fonti per le figure demoniache.

Interessato da una scoperta che pare clamorosa è uno dei lati oscuri dei pannelli laterali, il lato destinato ai tormenti della dannazione; qua il pittore olandese ritrae un personaggio dalle caratteristiche piuttosto insolite: sul suo corpo, in particolare sul “lato b”, è raffigurato uno spartito.

Ardue da individuare ad una prima occhiata, le note pare (qui il condizionale è d’obbligo) non siano sfuggite ad una blogger americana, Amelia, che studia all’Oklahoma Christian University. La ragazza ha dedicato nel suo blog un post alla scoperta. http://chaoscontrolled123.tumblr.com/

La giovane studentessa americana non si è limitata a questo: per divertimento ha trascritto il testo, e lo ha riprodotto ed interpretato con l’aiuto di un pianoforte. Nel suo blog scrive: “Luke e io stavamo guardando Hieronymus Bosch ne “Il Giardino delle Delizie” ed ho scoperto, con nostro grande divertimento, la musica scritta sul retro di uno dei tanti abitanti torturati del pannello a destra del dipinto, quello destinato a rappresentare l’inferno”.

Ma una volta ingrandita la tela ad Amelia tutto appare chiaro: nel trittico di Bosch a sinistra quella che lei chiama “sheet music”, scritto sul retro di uno dei tanti abitanti torturati del pannello a destra del dipinto. Così continua nel suo blog: “Ho deciso di trascrivere in notazione moderna, assumendo la seconda riga del personale è C, come è comune per i canti di questa epoca. Quindi posso dire che è una musica letteralmente vecchia di 600 anni”.

Niente di paranormale o sconvolgente: chi ama e pratica le opere di Bosch sa che ogni dettaglio dei suoi dipinti non è un caso, e ad ogni nuova scoperta che lo riguarda, aumenta la tensione, come se le sue opere non fossero già sufficientemente inquietanti.

Per saperne di più consulta l'articolo originale su:

http://www.postpopuli.it/35184-trittico-del-giardino-delle-delizie-di-bosch-un-quadro-di-mistero/


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