“La trama riguarda una famiglia americana, la famiglia Waits, che sta partendo per andare il campagna, per visitare un piccolo paese chiamato Nilbog (goblin al contrario), ma vengono immersi in un incubo in cui sono perseguiti da goblin vegetariani, che trasformano le persone in piante prima di mangiarle”
Impossibile non restare rapiti, né tantomeno increduli, di fronte a tante trovate cinematografiche messe insieme con sincera irresponsabilità: un nucleo di attori difficilmente credibili, inseriti in un contesto ancor meno plausibile, che affrontano situazioni sempre sospese sul filo del risibile.
E’ proprio questo il fascino, magico e senza termini di paragone, di Troll 2. Una pellicola delirante, che trasforma con intelligenza i propri limiti di budget in folgoranti intuizioni, che fa della filosofia vegana uno metafora bizzarra e politicamente scorretta, ma soprattutto un film che “forza” i limiti del genere (una favola fantasy) per raggiungere i territori ostici dello splatter e del gore.
A confermare l’oggettiva originalità di fondo di Troll 2, un’incredibile riabilitazione a livello mondiale, manifestatasi dal 2007 attraverso la cosiddetta “Nilbog Invasion”, un fenomeno inedito che ha portato migliaia di fans ad organizzare numerose proiezioni in costume, party a tema, convention e persino brevi olimpiadi devote all’immaginario evocato dal film di Fragasso.
Un involontario miracolo di costume (e poi prevedibilmente di marketing) che ha condotto Michael Stephenson, vent’anni dopo la sua interpretazione del piccolo Joshua Waits, a girare un ottimo documentario sulla storia Troll 2 colmo di approfondimenti e curiosità, Best Worst Movie (2009).
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