Trolljegeren (2010)

Creato il 13 marzo 2011 da Sonjli

I mitici troll Norvegesi esistono.  La prova arriva dal misterioso ritrovamento di un video contenente un documentario semi-amatoriale.La pellicola fu girata da un gruppo di studenti dell'università di Volda.I tre malcapitati, investigando su una assurda morìa di orsi, incontrano uno strano personaggio che risulterà essere un cacciatore di troll.Il documentario descrive il viaggio dei protagonisti alla ricerca dei mostri e racconta le scoperte sulle loro abitudini.
In Trolljegeren nutrivo delle aspettative enormi. Ricordo di aver letto qualcosa in qualche blog (se qualcuno l'aveva segnalato me lo indichi nei commenti) e da allora l'ho cercato inutilmente con tutti i mezzi a mia disposizione. Finalmente l'ho trovato. Purtroppo l'ho trovato.Per prima cosa amo alla follia i monster-movie, come ho già avuto occasione di esprimere (Monsters); secondo, adoro la sensazione di realismo che trasmettono le riprese con videocamera pseudo-amatoriale; terzo, siamo di fronte alla denudazione di una leggenda norvegese conosciuta in tutto il mondo e degna di una certa attenzione anche dagli amanti del fantasy e dei giochi di ruolo. Chi, giocando ad un rpg, non ha mai dovuto affrontare un Troll della montagna?Adesso ce li abbiamo qui davanti. Nudi e crudi. Pronti a soddisfare ogni nostra curiosità e a deliziare i nostri occhi. E invece la delusione è grande.Il film è un modernissimo mockumentary, come è di moda chiamare oggi questo tipo di pellicole, in cui gli effetti speciali fanno sgranare gli occhi ma non riempono il vuoto immenso lasciato dalla scomparsa totale del racconto.Risulta impossibile non mettere a confronto questa opera con “The Blair Witch Project” e ancora di più con “Cloverfield”. Se il Trolljegeren è un miscuglio di immagini montate male, gli altri due sono gioielli di montaggio, tutti dedicati a trasportare lo spettatore, attraverso gli occhi dei protagonisti, verso il finale supremo. Qui purtroppo abbiamo una serie di eventi che si ripetono ciclicamente e finiscono per confondere il filo logico, già flebile di suo.Gli attori non brillano certo per la recitazione. Inguardabile l'insabbiatore governativo. La figura del cacciatore è banalissima e si sarebbe potuto  aumentarla di spessore e dato l'argomento, renderla un pò più mistica o magica.La sceneggiatura è praticamente assente e ci sono dei buchi giganteschi (come i troll...). Per esempio, non si capisce come mai un vecchio e burbero cacciatore di Troll, pagato dal governo e sotto l'obbligo della più stretta discrezione, decida di farsi seguire da un gruppo di giornalisti in erba pronti a pubblicare ogni suo possibile segreto. Inoltre, la gente che abita in Norvegia, o è completamente cieca o completamente stupida, visto che scambia delle bestie schifose e puzzolenti, alte decine di metri per orsi o tornado(?). E poi perché ci viene spiegato che i troll sono belve “completamente stupide” ma sanno distinguere perfettamente un Cristiano credente da un Mussulmano? Perché il governo nasconde la presenza dei troll? Perché prelevi il sangue al troll e poi lo uccidi brutalmente? Potrei continuare per tutta la durata del post, ma mi fermo qui.Se per altri film si potrebbe trascendere la sceneggiatura a favore del senso profondo del racconto, in un mockumentary la “spiegazione” è fondamentale esattamente come lo è la sua completa assenza. Trolljegeren non avrebbe dovuto rimanere nel mezzo, ma imboccare con coscienza una o l'altra strada.In alcuni momenti il film mi ha violentemente portato a incontrare Morfeo, in altri mi ha fatto stupire del realismo con cui sono stati rappresentati i mostri. Col senno di poi, però, ho notato una stranissima discrepanza tra i primi troll e gli ultimi, che mi ha fatto riguardare alcune parti della pellicola.Fino a tre quarti del film i troll sono mostri spelacchiati e deformi, addirittura dotati di tre teste. Mano a mano che si prosegue con la scoperta di altri troll, cominciano ad assumere l'aspetto più conosciuto ai molti, con lungo naso, folta capigliatura ed enormi piedi. Sembra quasi che in un primo momento si volesse stravolgere la figura tradizionale del mito, per poi riportarla alle sue sembianze “normali”. Se il film diventa un attesa estenuante della prossima comparsa di un troll, quando entra in scena il mostro finale non si può fare a meno di notare le continue difformità di proporzione che l'essere assume a seconda dell'inquadratura e della necessità del regista. Non so se il sonno mi ha fatto traballare la concentrazione ma credo che film così affascinanti sulla carta debbano essere affrontati con più convinzione dalla produzione, ma soprattutto dal regista e dagli sceneggiatori.Se il film si guarda con un certo distacco, quasi fosse un servizio del National Geografic, è abbastanza bello ma a metà ci si rende conto della mancanza di profondità. Non si arriva mai da nessuna parte.Il finale è talmente inutile e inconcludente che ti passa la voglia di sapere cosa accadrà dopo.Sono assolutamente sincero: ci sono rimasto malissimo. Era davvero difficile rovinare un soggetto così interessante e pieno di possibili sfumature, ma ci sono riusciti.Guardate il film perché è particolare e fuori dal comune e la mia opinione non è la verità assoluta, ma non aspettatevi di gridare al capolavoro. L'unico grande colpo di genio si ha alla fine dei titoli di coda. Molto carino.La tecnica del falso documentario deve servire per raccontare una storia con mezzi alternativi e farti diventare parte della trama, esasperando il realismo. Non deve essere un sistema per nascondere le crepe di realizzazione, altrimenti “el tacòn el vién pexo del sbrego” (la pezza diventa peggiore dello strappo).

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