Ed è la stessa domanda che si potrebber fare i conoscenti del suo personaggio - Sam Flynn - che d'un tratto viene ingoiato dai circuiti di un videogioco creato anni prima dal padre Kevin - un aitante Jeff Bridges. In realtà si tratta di un'assenza giustificata: Kevin sta cercando proprio il padre, tenuto in ostaggio tra gli stessi circuiti elettrici dal suo alter ego gattivo: Clou. Le facce sono sempre le stesse, Jeff Bridge si sdoppia in una realtà manichea. L'inventore buono, l'usurpatore maligno che della situazione virtuale ha profittato per farne il suo regno.
Tron Legacy nasce come sequel di Tron (1982) ed è una specie de I Goonies di livello avanzato, un'avventura cybernetica elettrizzante ma abbastanza scontata quanto all'intreccio. L'abusato sistema del 3D, che costringe ad infilare gli occhialini quando il giovane eroe s'infila nel mondo delle scosse, esige il suo tributo piegando fatti e scenografia a suo uso e consumo. Tra vestizioni, battesimi del fuoco, lanci del giavellotto modernizzati e gare da pole position, Sam Flynn incontra il genitore fasullo e tiranno che mette subito le cose in chiaro: "no, io non sono tuo padre Sam, ma sono felice di vederti". Riesce quindi a raggiungere l'Empireo elettronico dov'è confinato quello vero grazie alla guida sicura di Quorra - Olivia Wilde - che con la sua destrezza riscatta tutte le donne al volante e, una volta riuniti i due uomini, si allea con loro nel tentativo di ribaltare le regole del gioco e di riguadagnarsi l'aria aperta, carne e ossa comprese.La lotta su questa scacchiera al neon è ovviamente impari. Clou - il dittatore dai modi nazisti - ha dalla sua un nutrito plotone di uomini da schierare, ma Kevin e Sam hanno dalla loro la genialità inventiva e la forza della giusta causa.
Riuscirà Garrett Hedlund a mantenere la sua nascente promessa? Nel cinema probabilmente sì, visto che nessuno gli ha staccato la spina. Come modello sarebbe meglio che non indossasse quei pantaloni alla zia Assunta!