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Tropea Festival Leggere & Scrivere: appunti dalla kermesse

Creato il 14 dicembre 2012 da Af68 @AntonioFalcone1

untitledUn felice esordio, martedì 11 dicembre, per il TropeaFestival Leggere&Scrivere, che insieme al grande talento di Eugenio Masciari ha accolto diverse scolaresche presso il Museo Diocesano della cittadina per una lettura anticonvenzionale di Dante, attraverso il racconto di alcune fra le sue più significative figure femminili. L’attore e drammaturgo di origine catanzarese, a lungo a stretto contatto con Giorgio Strehler, ha tratteggiato il viaggio interiore del sommo poeta fra i canti dell’Inferno, Purgatorio e Paradiso, soffermandosi in particolare sulla sottovalutata figura di Matelda invece che su quella, pluri-celebrata, di Beatrice, suscitando la curiosità dei ragazzi che al termine della rappresentazione hanno rivolto all’artista una serie di domande, aprendo un dibattito al riguardo.

 

Eugenio Masciari

Eugenio Masciari

Il Festival assolve così a una delle sue funzioni primarie, stimolare le intelligenze dei più giovani, veicolandole verso il sapere e la bellezza attraverso un’azione pluridimensionale, d’altronde già iniziata tempo addietro con il seguito laboratorio di scrittura, cui hanno partecipato le stesse classi coordinate da Bice Lento, dirigente dell’istituto comprensivo di istruzione superiore di Tropea. Nel pomeriggio si sono invece svolti gli incontri di cartello moderati da Gilberto Floriani, direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese, soggetto capofila dell’evento con personaggi autorevoli della cultura e dell’università, mentre la serata d’esordio è stata caratterizzata dalla presenza di Lidia Ravera, intervistata dal giornalista Pasqualino Pandullo, la quale ha raccontato la letteratura contemporanea, attraverso la sua lunga e produttiva esperienza compositiva.

 

Lidia Ravera

Lidia Ravera

La scrittrice torinese ha spiegato come scrivere sia soprattutto indagare dentro se stessi, riuscire ad accettare la propria interiorità lì dove spesso l’autocritica si fa troppo severa, arrivare a comprendere, solo tramite la parola scritta, i dolori e le gioie del mondo:ecco che in tal modo la scrittura diviene empatica, in un rapporto di coppia con il lettore, così da diventare letteratura per tutte le età, accogliendo ogni sensibilità e quotidiana sensazione. In anteprima assoluta per il Festival ha poi letto qualche pagina del suo prossimo romanzo, E allora piangi pure (sarà nelle librerie, per i tipi della Bompiani, dalla prossima primavera), una lunga riflessione sul tempo, così come viene concepito da una donna ancora giovane ed energica.

 

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“Tutto passa per la cultura”, ha ricordato Lidia parlando del suo privato a cuore aperto. “Chiunque legga non è un’analfabeta emotivo”, leggere permette di provare ed esprimere se stessi, più di ogni altra cosa. “L’intensità della letteratura in quanto sguardo sul mondo è ciò che salva dalla noia” ha ribadito parlando delle sue letture, in particolare L’idiota di Dostoevskji, letto da bambina, quasi inaspettatamente, e poi ripreso più volte. “Leggere e scrivere salvano i sentimenti dalla loro scomparsa- salvano dalla morte, dalla vecchiaia, dalla dimenticanza, resistono al tempo”:questa la dedica finale della Ravera, congedandosi dal pubblico.

 

Gilberto Floriani

Gilberto Floriani

Nel pomeriggio di martedì 12 a Vibo, sempre presso la sede del Sistema Bibliotecario Vibonese, si è svolto un importante incontro al vertice, moderato da Gilberto Floriani, fra Mario Caligiuri, Assessore alla Cultura della Regione Calabria, Gian Arturo Ferrari, Presidente del Centro per il Libro e la Promozione della Lettura, ed Antonella Agnoli, riferimento assoluto nel sistema bibliotecario italiano, avente come tema la pubblicazione, da parte del primario ente istituzionale, del Libro verde della lettura. “La lettura- ha ribadito Caligiuri durante l’incontro- possiede delle enormi ricadute sulla democrazia e sulla legalità del territorio, rappresentando così un antidoto formidabile alla diffusione della criminalità. La Calabria al riguardo non ha più un basso indice:abbiamo superato altre importanti regioni del Sud come Puglia e Campania. Adesso l’obiettivo che ci siamo posti è quello di diventare la prima regione del meridione per indici di lettura entro il 2015”.

 

Floriani, Antonella Agnoli e Gian Arturo Ferrari

Floriani, Antonella Agnoli e Gian Arturo Ferrari

Il Libro Verde può contare su un’ introduzione del linguista Tullio De Mauro, con altri interventi firmati da alcuni dei migliori scrittori calabresi contemporanei, quali Mimmo Gangemi (presente in sala) e Carmine Abate, ed ha come dichiarato obiettivo di aumentare il numero di lettori di libri e giornali, in modo da formare cittadini più informati, capaci di partecipare attivamente alla vita politica e democratica della regione, per costruire consapevolmente lo sviluppo economico e civile. Un programma ambizioso, cui verrà abbinato (fra le altre cose in via di definizione), un ventaglio di iniziative che possano far meglio conoscere e valorizzare il vasto patrimonio di libri antichi che la Calabria detiene, oltre alla stesura di un calendario unico per le biblioteche, tale da permettere un miglior lavoro corale e di qualità.

 

Altro importante incontro pomeridiano, nella stessa giornata, al’insegna del giornalismo e del ricordo, quello con le sorelle Bice e Carla Biagi, le quali hanno raccontato l’indimenticabile papà Enzo delineandone il ritratto di “un uomo per bene che ha fatto anche il giornalista”, un personaggio, cioè, che ha segnato cinquant’anni di storia italiana con i suoi reportage, i suoi incontri con i migliori personaggi del ‘900, le sue inchieste, narrando ogni aspetto politico-sociale dell’Italia di questo secolo da una prospettiva del tutto familiare e intima.

 

Bice e Carla Biagi

Bice e Carla Biagi

Il libro Casa Biagi. Una storia familiare (edito da Rizzoli), presentato all’incontro, è infatti il racconto di più generazioni, dal punto di vista di due adolescenti che guardavano il padre con amore e timore, poi divenute donne di forte moralità capaci di raccontare con pungente ironia, e la medesima capacità di coinvolgimento propria del genitore, molti aneddoti della loro vita, mettendo in evidenza la figura di un uomo rigoroso quanto affettuoso, anche se “uno scapolo con famiglia” a causa del suo lavoro, la sua più grande passione.

 

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E del suo lavoro è stato inevitabile discutere durante l’incontro al Complesso Santa Chiara, moderato dalla giornalista della Rai, Karen Sarlo: rispondendo alle domande, anche del pubblico, Bice e Carla hanno raccontato della “ruvidezza appenninica” del padre, del particolare conflitto generazionale con la seconda, fra le due quella più impegnata politicamente nelle proteste del ’68, nella consapevolezza di chi è cresciuto alla luce di una figura straordinaria, la cui professione era parte integrante del suo carattere, sebbene mantenuta lontana dall’intimità familiare, un uomo “presente anche quando non c’era” per via della sua forza caratteriale immensa e contagiosa.

La storia di un grande uomo prima di un grande giornalista, vittima del potere proprio negli ultimi anni della sua vita, tristemente segnati da lutti personali e da un affronto professionale come il purtroppo celebre “Editto Bulgaro” di Berlusconiana memoria. Convinto che togliere il lavoro ad un uomo significhi togliergli la dignità, Biagi considerava il giornalismo come una missione e il giornalista come un vendicatore di ingiustizie, hanno raccontato le due sorelle. In sua memoria, le custodi della memoria familiare fanno tesoro dei suoi insegnamenti ogni giorno, del suo giornalismo rigoroso e discreto ma insieme innovativo, che ha fatto dell’inchiesta e della correttezza il suo baluardo.
Per diffonderlo, insieme hanno istituito il Premio Enzo Biagi, che ogni anno gratifica il lavoro di giovani giornalisti, garantendo trasparenza ed onestà di uno dei mestieri più rischiosi e affascinanti dei nostri tempi.


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