Aizawl, "la Bangkok del Nord-Est" ( mah... ), la citta' dell'eterna primavera, la capitale dall'urbanistica piu' "impossibile" del mondo, era senza dubbio uno dei posti che piu' mi incuriosiva di questa zona, ed ero piuttosto ansioso di vederla. Il Manipur mi ha affascinato solo in parte: e' un paese molto selvaggio ed incontaminato che pochi viaggiatori stranieri hanno visto, molto interessante soprattutto dal punto di vista culturale, ma e' piuttosto difficile da conoscere realmente e la complicata situazione politica limita molto i viaggiatori in un viaggio di pura esplorazione come questo. In ogni caso serbero' per sempre un bellissimo ricordo di questo paese cosi' remoto, dove non ho incontrato nessun altro straniero e dove ho potuto ammirare uno dei gioielli nascosti dell'India, una delle cose piu' belle che ho visto nei miei viaggi nel Subcontinente: lo straordinario lago Loktak.
Arrivare ad Aizawl non e' stato cosi' semplice, anche perche' ho deciso di complicarmi la vita tentando un itinerario improbabile tra il sud del Manipur e il nord del Mizoram. Su internet non c'era nulla a riguardo, solo un paio di trafiletti che dicevano che il viaggio non si puo' fare, ma almeno su google maps una strada "statale" compariva, quindi decido di andare a Churachandpur ( citta' abbastanza squallida ma con gente simpatica, quasi tutti cristiani ) e provare a chiedere in giro. Appena arrivo noto subito qualche cartello: Daily Sumo Churachandpur-Aizawl e vado subito a chiedere informazioni. Il viaggio si puo' fare, anche se la strada e' "very bad" e ci vogliono 15/20 ore. Senza esitazioni compro il biglietto per l'indomani e quindi vado a mangiarmi una aloo paratha da un tizio vicino al mercato. Buonissima, una delle migliori che ho mangiato in India.
Il viaggio si rivelera' un'autentica odissea, visto che la zona e' realmente selvaggia oltre ogni immaginazione ( solo in Africa ho visto posti del genere ). La strada e' una traccia nella giungla tra le montagne, tutta sterrata e polverosissima e la velocita' di crociera del sumo non supera mai i 15 km/h. Pochi i villaggi, abitati prevalentemente da tribali ( questo distretto e' un vero caleidoscopio di diversi gruppi, anche se l'etnia prevalente sono i kuki-chin-mizo ) Ci fermiamo per pranzo in un villaggio veramente in mezzo al nulla, perfino i miei compagni di viaggio mizo, che abitano anche loro in un posto ben fuori mano, ammettono che questa zona "it's really very remote". Non c'e' ne' elettricita' ne' segnale telefonico. Le donne fumano una bellissima pipa ad acqua molto elaborata. Attraversiamo il confine solo dopo il tramonto: 12 ore di viaggio per meno di 150 km. E dopo cena ci aspettano altre 12 ore per raggiungere Aizawl, anche se le strade dovrebbero migliorare. Verso le 2 l'autista, stremato dopo 20 ore di guida veramente impegnativa, e' costretto a fermarsi a dormire per un paio d'ore. Fa abbastanza freddo. Scendo dal sumo per una camminata e guardo il cielo: incredibile lo spettacolo delle stelle che brillano luminosissime. Alle 6 sbuchiamo da una delle nuvole che si adagiano al mattino nei fondovalle del Mizoram e infine ci appare Aizawl, un miraggio di luci sulla cresta tra le colline.
Questa citta' e' davvero particolare, unica: le case sembrano sfidare ogni legge della fisica, "arrampicandosi" su pendii ripidissimi e creste mozzafiato. In quale altra citta' del mondo entri in albergo dalla strada e ti ritrovi gia' al quarto piano? Non so se sia realmente la citta' dell'eterna primavera ma il clima e' decisamente mite, considerando che e' inverno e che si trova a 1200 metri di quota. Imphal, che si trova in pianura, era molto piu' fredda, con minime al mattino che si avvicinavano allo 0. A sud di Aizawl inizia la zona tropicale, il tropico del Cancro passa proprio per il centro della citta'.
Aizawl, oltre che per la bizzarra urbanistica, e' famosa anche per la bellezza e l'eleganza sofisticata delle donne, da molti indicate come le piu' eleganti dell'India. In effetti debbo ammettere che questa fama e' ben meritata, ho potuto osservarle durante il periodo festivo e sia che indossino abiti occidentali che il tradizionale longi mizo ( questi longi sono molto colorati ed elaborati e costano moltissimo per gli standard dell'India ) sono sempre elegantissime. I mizo somaticamente appartengono alle razze del sud-est asiatico e sembrano un po' un misto di cinesi, birmani e thai. In realta' nemmeno loro sanno di preciso da dove vengono, anche se la tradizione li vuole immigrati dal sud della Cina. Parlano una lingua molto strana che non assomiglia a nessun'altra e credo sia l'unica di questa zona che utilizza caratteri latini ( ma questo non significa che sia piu' facile da imparare, anzi ).
In qusta citta' mi sono piu' che altro riposato, ho festeggiato il capodanno e ho pianificato con calma il resto del mio viaggio qui nel Nord Est dell'India. La citta' in realta' e' molto piu' bella da vedere che da vivere, l'ho trovata piuttosto noiosa e scialba, senza carattere. Ma in generale tutto il Mizoram si rivelera' poco attraente da questo punto di vista: l'unico vero divertimento della popolazione
I mizo in genere sono gentili, educati e sempre disponibili, parlano spesso un ottimo inglese e sono contenti di incontrare degli stranieri, che in certi posti non hanno praticamente mai visto. Sono molto religiosi, al limite del fanatismo ( e del bigottismo ) e gran parte della loro vita e' regolata dai dogmi della chiesa protestante della quale fanno parte ( soprattutto presbiteriana e battista, ma ce ne sono molte altre ). Il loro livello culturale e' molto elevato ripetto alla media dell'India ( il Mizoram e' il secondo stato indiano per alfabetizzazione, dopo il Kerala ) e c'e' la possibilita' di fare interessanti conversazioni su qualsiasi argomento.