SUMERANO: «Troppe chiacchiere e disinformazione e intanto il batterio continua ad avanzare» Intanto, con molti sforzi, il mondo scientifico sta portando avanti studi approfonditi ma ad oggi non c'è nulla che possa curare e guarire le piante già ammalate. Se così fosse avrebbero già risolto il problema in California, dove invece gli agricoltori sono costretti, loro malgrado, a convivere con la malattia.
L’ unico rimedio che va assolutamente adottato è l’eradicazione.
Su questo termine è bene fare chiarezza. Per eradicazione, in termini tecnici e scientifici, si intende una serie di misure integrate tra di loro per l’eradicazione del batterio ivi compresa il puntuale abbattimento delle piante malate e certificate con un'analisi di laboratorio.
Oltre a questo va messo in atto tutto un insieme di azioni mirate a distruggere o limitare al massimo lo sviluppo dell'insetto vettore (sputacchina) ovvero: arature e trinciatura della erba in primavera, trattamenti insetticidi, distruzione delle parti infette (foglie e rametti verdi) ecc.
Chi oggi asserisce che la Xylella si possa curare dice il falso. Anzi ogni pianta infetta rappresenta un serio pericolo per milioni di piante ancora sane che vivono nel territorio di Puglia. Chi asserisce che la Xylella non esiste dice ancor di più, Il falso.
Gli effetti dell'accanimento del batterio e della sua espansione è sotto gli occhi di tutti. Dilaga ancora ad Oria dove le operazioni di “bonifica" sono state bloccate. Proseguono verso Brindisi, dove ancora una volta ci si attarda a mettere in atto le azioni previste dal Piano Silletti.
Slogan accattivanti, immagini di agricoltori dalle mani callose e dal viso pieno di rughe e segnato dal duro lavoro nei campi che piangono all'idea che i loro alberi saranno abbattuti, idee populiste sulla non eradicazione delle piante malate, risultano di grande effetto e fanno breccia nell'opinione pubblica creando confusione, incertezze e dubbi.
Con un tale modo di fare si fa disinformazione, si crea confusione, ed è il tipico modo di agire di gente che non vuole bene né a se stesso né alla propria terra. Tutto ciò inculca nella gente un'idea distorta delle cose al punto che si arriva all'assurdo di creare una massa critica troppo grande, al punto tale che la scienza e la tecnica vengono messi da parte per far spazio a supposizioni complottiste e a strani disegni affaristici decisi da chi sa quali criminali. Conseguenza di tutto ciò? Inevitabile rallentamento della macchina amministrativa e burocratica che purtroppo deve gestire questa immane faccenda e che deve attenersi ad una normativa comunitaria, universalmente riconosciuta da tutti gli Stati membri, valida tanto per la Xylella quanto per altre patologie da quarantena. Sanzioni per l'Italia che non applica la norma. Dispendio di risorse economiche ed umane per gestire i controlli nelle varie operazioni di abbattimento delle piante. Interazioni della magistratura, che seppur legittime, non tiene conto del contesto tecnico e scientifico ma adotta in modo unilaterale i propri articoli di legge. E cosa più grave, inesorabile avanzamento della malattia verso il nord della Puglia. Pertanto. invece di «ciarlare», rimbocchiamoci tutti insieme le maniche per fermare il fuoco del batterio killer prima che bruci tutto il bosco degli ulivi di Puglia. E dopo, solo dopo che l'abbiamo spento, o quantomeno arginato, tutti insieme cerchiamo di sgominare chi sia stato l'eventuale responsabile di questo disastroso danno. Tutti insieme, anche le Istituzioni, opponiamoci contro chi vorrebbe insediamenti turistici, contro chi vorrebbe gasdotti, o contro chi vorrebbe la distruzione del Salento e della terra di Puglia oramai in vetta a tutte le classifiche per migliore terra per turismo, ambiente, paesaggio, clima, produzioni, storia, civiltà e cultura. Ma prima dobbiamo arginare la Xylella. E un dovere morale per il bene dei 60 milioni di olivi di Puglia, è un dovere nei confronti della nostra terra Fermare o semplicemente rallentare le operazioni del piano Silletti significa distruggere la Puglia e tutto quanto in essa è contenuto. Manca ancora tanta corretta informazione e formazione per gli agricoltori e soprattutto per molti che le scarpe di terra non se le sono mai sporcate per lavorare.
Piero Sumerano Agente fitosanitario del Consorzio di Difesa Codvibri