Troppi cliché e poche eccezioni

Da Whitemary
Odio dovermi sorprendermi perché un treno parte in perfetto orario o perché incontro un controllore che sa parlare inglese. Odio il fatto che sia l'eccezione e non la regola. Come quel film, quando lui le dice: "Tu sei la mia eccezione". Peccato che nel film la parola "eccezione" abbia tutt'altro significato: decisamente più romantico e decisamente estraneo ai trasporti pubblici. Inizio già con i voli pindarici. Non volevo nemmeno scrivere tutto questo. Ero partita con in testa altre idee che mi sono persa per strada. Pazienza. Ricomincio.Oggi è una giornata sospesa. O almeno lo è da un'ora a questa parte. E' una giornata pigra e lenta. Vorrei sdraiarmi su un prato e ascoltare un po' di musica, mangiare pancakes e bere succo di mele. Vorrei che si apprezzassero di più i giochi da tavolo. Ho una voglia matta di giocarci. Sarebbe bello istituire un giorno della settimana in cui si torna indietro di qualche decennio. Divertimenti alternativi: balli di coppia, biciclette e non motorini, chiaccherate al posto dei soliti social network e giochi da tavola (per l'appunto). Un pomeriggio all'insegna degli anni '30. In realtà sarebbe bello istituire un sacco di cose. E' terribile quando parti a riflettere sui "se" e sui "ma". Detesto, per altro, il fatto che siano così tanto abusati. Appena li nomino, ho subito l'impressione di essermi affidata a un penoso cliché. E mi viene in mente un'altro film. Devo decidermi a smettere di ragionare così. 
B.

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