Troppo choosy? Giovani tra università e mondo del lavoro. Michele Boldrin a Torino.

Creato il 31 ottobre 2012 da Vittorionigrelli @vittonigrelli

Michele Boldrin tra i due fari dell’Ora Libera(le), Gloria Benincasa e Chiara Garibotto.

Ieri nell’aula 2 di Palazzo Einaudi, a Torino, si è svolto l’incontro con Michele Boldrin, professore della Washington University di St. Luis, dal titolo “Giovani troppo choosy? Tra Università e mondo del lavoro.”

A organizzarlo gli instancabili ragazzi dell’Ora Libera(le), gruppo di studenti che si occupa  della “promozione del valore dei singoli individui, della proprietà privata e dei diritti personali in opposizione allo strabordante potere dello Stato”.

Il gruppo organizza conferenze e lezioni in collaborazione con altre associazioni (la prima conferenza di Italian Student for Individual Liberty è stata possibile anche grazie a loro).

Prima di cominciare diciamo subito che Michele Boldrin è in Italia perché sta spendendo il suo anno sabbatico lavorando al movimento Fermare il Declino.

I ragazzi dell’Ora Libera(le)

Con la consapevolezza e sorriso sulle labbra per aver fregato l’aula a Ugo Mattei, lo show di Boldrin è cominciato.

Ha parlato della sua storia e di come sia diventato professore andando negli Stati Uniti, di come abbia girato per 6 Università, 3 private e 3 pubbliche. Ha parlato di precarietà, di come funziona all’estero, e di come funziona in Italia. Dei privilegi che vi sono in Italia, che per abitudine al privilegio sono diventati diritti.

E soprattutto ha parlato di Università.

Del modo per farne un luogo migliore. Creare un sistema di incentivi, autonomizzare le università e rendere i professori non funzionari dello stato, ma parte di un sistema concorrenziale che li porta a dare il massimo oppure a fallire ed essere sostituiti da chi può fare meglio.

Un incontro che avrebbe meritato l’aula 1 di Palazzo Nuovo strapiena, ma che ha comunque raccolto più di un centinaio di persone. I prossimi appuntamenti dell’Ora li potete scoprire andando sulla loro pagina Facebook.

Vittorio Nigrelli



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