Trote di Pasqua 2014 – parte prima – Venerdì Pesce!

Da Pietroinvernizzi

Basta basta basta, non si può pescare così poco! Settimane una dopo l’altra con solo sporadiche uscite sull’acqua: una vera e propria quaresima alieutica. Finalmente la quaresima è finita. É venerdì mattina, Venerdì pesce, è una regola! Sono partito presto ma non prestissimo, alle 9.50 faccio il primo lancio in alta valle. Il dottore è stato chiaro: <Lei deve fare almeno due giorni di pesca solitaria sul suo fiume!>. Il meteo promette benissimo: sereno-variabile, in prevalenza nuvoloso, temperature basse con conseguente arresto dello scioglimento delle nevi, pressione bassa in calo, previste precipitazioni in nottata e per il giorno seguente. Livello dell’acqua più basso delle ultime settimane, ma comunque alto come media stagionale, trasparenza ottimale con una leggerissima velatura verde, molto fredda ma non più di tutto l’ultimo periodo… colore chiaro, gusto pulito, Glen Grant? No! E’ l’alto Sesia!

Sto pescando da mezz’ora alternando con eccessivo nervosismo le esche, in attesa spasmodica dell’abboccata che rompa il digiuno. Sono eccitato come uno scolaretto al primo giorno di scuola o se preferite, maniaci, come una scolaretta di un manga giapponese! Dopo un giro di giostra offerto a metà delle esche che ho in cassetta, ho montato uno shad marroncino di 8 cm su testa piombata da 10 grammi, gli faccio toccare un paio di volte il fondo della testa di pozza, poi la corrente lo porta veloce a fondo lama da dove esce nuotando in trattenuta, appena inizio un lento recupero una sagoma d’argento fulminea lo afferra e mi regala la possibilità di ferrare! Salta e punta la corrente, è un’iridea sui 40 centimetri. É a riva in pochi secondi, cerco la macchina fotografica… libera! Pazienza. Sono contento, ma una trota arcobaleno non fa primavera. Scendo verso un’altra lama più a valle, lancio un nuovo minnow rosa che ho battezzato “gayardo”, una trotella segue ma rinuncia all’assalto. Sarà stata troppo grande l’esca? Sarà stata una trotella all’antica? Passo all’intramontabile Martin 15, nome rassicurante, misura per tutti i gusti. In breve sono già a quota tre: un’iridea sui 30cm e una farietta che, questa volta sì, fa tanto Primavera!

Qualcosa è cambiato rispetto all’austerità delle ultime pescate post-apertura: c’è attività! Le montagne intorno cominciano ad essere verdi, di un verde acceso che risalta tra macchie di conifere ancora spoglie! Anche il freddo di questa giornata grigia sfiora la pelle ma non raggiunge le ossa. Qualcosa è cambiato, nelle pozze d’acqua sottoriva, dove l’acqua è più ferma, si vedono grassi vaironi in branco e tra i ciottoli della sponda ghiaiosa a guardar bene intravedi avannotti guizzare come matti. Le trote, anche quelle piccole, popolano di nuovo il fiume! 

Cambio posto, risalgo ancora la valle ma cerco di evitare quei posti dove so che in settimana potrebbero aver seminato, voglio paesaggi incontaminati e pesci veri! Pesco un lungo tratto e ancora prendo piccole fario su grandi minnow e vedo molti inseguimenti, finalmente anche una marmorata nera sui 35cm si fa vedere dietro l’esca. Manca la cattura degna di nota, eppure c’è attività e pesco pesante… Sono ormai a fine mattina in una gola ombreggiata dove il fiume corre ampio ma profondo e grandi sassi promettono grandi trote… Mi diletto a mettere alla frusta la “Bangher Rod”, la mia canna custom, la canna più bella del mondo! Il minnow viola dai fianchi stretti ed argentati arriva a circa 25 o 30 metri da me, sull’altra sponda, due jerkate ed ecco una bella abboccata! Salta immediatamente e non smette più di farlo! É gialla, ma chiara, sarà una fario o un ibrido sui 45 centimetri… cerco di tenerla giù abbassando la punta della canna, ma la frizione molto stretta, la mia attrezzatura rigida e la corrente sul muso, continuano a farla saltare. Ormai è a pochi metri da me: libera! Perdincibacco… Ah… la Pasqua!

Pit stop tecnico in trattoria, la gentile signora mi propone un menù di magro a base di pesce… Vede la mia faccia contrita e piena di dolore e si corregge: < É Venerdì Santo… ma se vuole ho anche ravioli alla toma e radicchio annegati nel burro fuso, stinco e patatine fritte>. Mi riprometto di dire quattro ave maria e un pater nostro e mi scofano tutto! Caffé, gelatino e via di slancio!

Scelgo un tratto impervio… dove il letto del fiume è lontano dalla strada e la vegetazione, i temibilissimi “salicini” fanno muro compatto contro il giovane pescatore. É quel tratto a monte delle Gole dei Dinelli: Muro, Scopetta… Ne prendo diverse, trote vere, piccoli ibridi, piccole fario, timide marmorate; seguono, si allamano, si slamano quando non si fanno prendere. Mi godo un paesaggio strepitoso, penso che davvero non ha nulla da invidiare al Nord America, se non l’estensione delle aree selvagge. Penso che sono un po’ stufo di “Pescare Marmorate”, corro con la memoria a qualche anno fa quando “Pescavo Trote”… era tutto un altro approccio: cannetta corta e leggera piuttosto parabolica, bobina a nylon dello 0.20, mepps due o tre, ardito 8gr, magari rapalini da 5cm. Tante trote e, quando allamavi la 40, era una festa di frizione, corsa nel fiume, canna piegata e adrenalina facile. Certo la vera “Big” dovevi quasi augurarti di non prenderla… Il Pescatore di Marmorate invece cerca solo la Grande Regina. Ne è ossessionato. Il problema è che con trote piccole o medie non c’è quella lotta che nobilita la sfida; spesso le trote piccole si slamano perchè l’assetto è troppo rigido, ma se restano allamate in pochi giri di manovella sono a riva come acciughe… 

Penso tutto questo e sono già sull’ultimo spot, quello del tramonto, molto più a valle. Sono le 20.10, ultime luci e un grande salto d’acqua davanti a me.

Uso un minnow madreperla di dimensione generosa, lancio e lo lascio scadere nella corrente con qualche jerkata che lo animi. Da una mezz’ora non ho più preso nulla. É il terzo o quarto lancio, non vedo l’esca ma so esattamente che è circa un metro sotto la superficie su un fondale di due metri, giusto sul filo di una forte corrente che schiuma bianca correndo verso valle…
Immaginate di voler prendere velocemente un paio di metri di filo dal mio mulinello tirando la lenza… per farlo, essendo la frizione molto stretta sul carico di rottura da 30 libbre, dovreste probabilmente arrivare in corsa, afferrare il filo e buttarvi con tutto il vostro peso in avanti verso terra. Io, pur avendo quell’attrezzatura rigida così noiosa sulle piccole trote, avrei una forte botta al polso e vedrei il cimino flettersi con drammatica velocità verso il basso… Tutto questo è successo in un attimo, ma non c’eravate voi a buttarvi con il vostro peso sulla mia esca nell’acqua, no, doveva esserci un treno con le pinne diretto a tutta forza nella schiuma della corrente. Quel treno mi ha sbattutto la canna verso il basso, mi ha ferrato senza ferrarsi e ha fatto stridere la frizione in due strazianti lamenti… libera. Non ho dubbi, anche se non ne ho nessuna prova, che fosse la marmorata per la quale peschiamo corazzati, per la quale cappottiamo tanti giorni, per la quale ho le occhiaie di domenica,  per cui recupero trote piccole o medie come acciughe, alla quale offro devotamente tempo, sogni, speranze, pensieri, strategie, rimorsi, denaro per sconfinata attrezzatura e benzina,  e tanto altro… era lei. Libera.
Domani è sabato. Pioverà e farà freddo. Ci vediamo sul fiume!

See you spoon
Rock’n'Rod

(Clicca e leggi come andarono le cose per le Trote di Pasqua 2013! Oppure l’anno prima: Trote di Pasqua 2012! )


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