Trottolino adiposo

Creato il 05 novembre 2014 da Alessandromenabue
"E' giusto fare le riforme con Berlusconi, non posso fare da solo. Io rispetto lui, Verdini e Letta, il fatto che Berlusconi sia stato condannato e Verdini rinviato a giudizio attiene alla loro vicenda personale". Lo ha dichiarato ieri sera a Ballarò, senza mostrare segni di vergogna alcuna, il sempre più imbarazzante - per se stesso, per il suo partito, ma soprattutto per il paese che sventuratamente rappresenta - presidente del consiglio Matteo Renzi. Il premier, che è persona tutt'altro che ingenua, sa bene che le vicende giudiziarie dei suoi due compagni di riforme non attengono alla loro sfera privata: seguendo questo criterio Donato Bilancia potrebbe scrivere una nuova legge sul femminicidio. Del badante di Cesano Boscone tutti conoscono le condanne; quanto a Denis Verdini, proprio ieri è stato rinviato a giudizio per corruzione nell'ambito del procedimento sulla cosiddetta P3, un'organizzazione il cui obiettivo - secondo gli inquirenti - era quello di condizionare il funzionamento degli organi costituzionali. Con simili referenze come poteva Renzi lasciarsi sfuggire l'occasione di affiancare un tale fiore di campo all'amata ancella Maria Elena Boschi nella riscrittura della Costituzione? Oggi il Caimano ha incontrato ancora una volta il segretario del Pd. E ad accompagnarlo, oltre al fido Gianni Letta, c'era come sempre Verdini. In un qualunque paese che ancora serbasse un livello minimo di decenza istituzionale, il Ras toscano sarebbe stato allontanato dalla sede del governo con infamia. Ma siamo in Italia, il senso della decenza è quello che è, e l'esecutivo è guidato da un premier - incaricato da un Presidente della Repubblica rieletto da un parlamento incostituzionale - che gli elettori non hanno votato e che è costretto a (non) governare sotto il ricatto di un pregiudicato ed un inquisito che possono farlo cadere quando a loro più conviene. E così Denis Verdini non solo può entrare a Palazzo Chigi, mettere i piedi sulla scrivania di Quintino Sella, ridere, toccare e sembrare lui il padrone (cit). Può perfino assurgere al ruolo di padre costituente, in compagnia di Niccolò Ghedini, Anna Finocchiaro, Roberto Calderoli e Bernadette Boschi. Che bella compagnia. E che belle le compagnie di Matteo che, bontà sua, non si fermano a condannati e imputati.  Renzi è sempre più spesso oggetto di contestazioni da parte di lavoratori, disoccupati, precari, pensionati. In pratica mezza Italia. Quando vuole ritrovare armonia e consenso non può fare altro che cercare rifugio presso i compagni più fidati, tra leopolde e convegni di industriali. I migliori amici di Renzi non sono i volontari dei festival dell'Unità ma gli Oscar Farinetti che fanno gli imprenditori illuminati col culo dei loro dipendenti; i finanzieri alla Davide Serra che fanno affari con la disperazione degli italiani indebitati e vorrebbero limitare il diritto allo sciopero; i plaudenti industriali alla Marco Bonometti che intimano ai sindacati di smettere di essere casta e di rinunciare ai loro privilegi. Gente che quando c'è da fare dei sacrifici è sempre bravissima a mandare avanti gli altri. Pregiudicati, inquisiti, imprenditori di facili costumi. Matteo, trottolino adiposo, piroetta dall'uno all'altro senza imbarazzi, l'importante è mantenersi saldi al potere. Una persona la si valuta anche sulla base delle sue frequentazioni e se questi sono gli amici di Renzi è facile intuire quali interessi il suo esecutivo è pronto a difendere, quali cause intende perorare. Inutile farsi illusioni: se questo è un governo che opera nell'interesse del popolo, Raoul Bova è un esempio di applicazione del metodo Stanislavskij.
P.S. Qualcuno potrebbe obiettare che è sempre meglio frequentare finanzieri e industriali piuttosto che stallieri mafiosi. Questo è vero: il senso etico di molti imprenditori è un pelo superiore a quello dei boss della criminalità organizzata. E' già un passo avanti.

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