Juventus Stadium, manifestazione IoLavoro, tappa torinese del 1001tour.
Centinaia di ragazzi e ragazze in fila con il cv in mano, in attesa che gli omini dell’ufficio di collocamento facciano il miracolo.
Sono di ogni età, qualcuno con i piercing, qualcuno con i tatuaggi, tutti in cerca di una cosa sola: soldi.
Nessun rappresentante dell’innovazione, a malapena uno spazio per il Talent Garden e un angolino per una sola startup.
In molti si avvicinano allo stand, ripetono “co-working” ad alta voce e fanno una faccia come a dire: questi sono pazzi.
Ma in quale Italia stai vivendo, ti chiedi.
O meglio, com’è che l’Italia non ti ha ancora chiesto: ma con quale abitante ho a che fare.
Ad ogni modo il tuo intervento è tra mezz’ora, per cui ti rimbocchi le maniche e ti metti a fare quello che sai meglio: rompere gli schemi.
“Ciao, sto per fare un seminario tra mezz’ora, ti interessa lavorare nel mondo del web?”
Due secondi.
Cinque secondi.
“Parli con me? No, guarda, io in realtà sto accompagnando lui.”
Sospiro. Non demordo.
“Ciao, vuoi diventare un web designer o sviluppatore? Sto per tenere un seminario su…”
“Web che?”
“Designer”
“Ah” dice sorridendo.
“Ah che?” faccio.
E me lo chiedi pure, sembrano dire i suoi occhi.
“No, no, guarda, sto cercando un lavoro normale.”
Fiducia nel genere umano. Ecco cosa mi serve.
“Ciao! Ti piace sviluppare? Sto tenendo un seminario su come trovare lavoro nel mondo del web.”
Mi guarda.
Lo guardo.
“Sono un perito elettronico. Dici che va bene lo stesso?”
E io: “Perito che?”
Ecco.
Ne succedono di tutte i colori, ad andare in giro per l’Italia.
Prossima tappa Padova. Ti aspetto.
PS: la tappa torinese ha superato le aspettative: più di quaranta persone hanno messo in tilt un’organizzazione che ne prevedeva solo trenta. Yess!