La borragine ha grandi foglie ovali, consistenti, ricoperte da una peluria ruvida, disposte alterne lungo lo stelo e fiori inclinati, aventi forma di stella, di un bell’azzurro intenso. Quest’erba si trova un po’ ovunque è facile da riconoscere proprio per le sue foglie grandi e pelose e poi ha notevoli dimensioni, questa pianta non si mangia cruda, non fatelo, anche se in internet si dice che si può mangiare cruda, io che ho provato vi posso dire che è “cattiva” e poi pare che non faccia neanche bene usata cruda mentre è ottima cotta. Io non posso fare a meno di mangiarla perché un antico detto dice che porta felicità e quindi… non si sa mai. Presso gli antichi romani il vino alla borragine era ritenuto un antidoto alla tristezza. La parola celtica “borrach” significa coraggio, la borragine, aggiunta al vino, veniva usata dai Celti per dare coraggio ai guerrieri nell’affrontare i nemici in battaglia. Gli antichi Greci invece la usavano per curare i mal di testa da sbronza. La borragine dunque incoraggia l’allegria infatti era un tempo usata per decorare le case in occasione di matrimoni. Il nome gallese per la borragine, “llawenlys”, significa erba della contentezza. Quest’erba si deve proprio mangiare, ora vi scrivo le uniche due ricette che ho provato e un po’ inventato. 1) Tagliate a striscioline, dopo averle ben lavate e strizzate, le foglie della borragine, tagliate a dadini una o due patate, mettete entrambe in una pentola con acqua e sale, portate a bollore, aggiungetevi la pasta (gramigna o farfalle o maccheroncini), bollite per i minuti richiesti, quindi scolate e passate il tutto in una padella con olio, pepe ed abbondante pecorino o parmigiano, se volete potete aggiungere una dadolata di pancetta o bacon. 2) Sbollentate la borragine, sminuzzatela, insaporite in una padella con olio ed un po’ di peperoncino, lasciate cuocere piano per un quarto d’ora, intanto sbattete le uova salate e pepate, unite un cucchiaio di farina, rovesciate il tutto sull’erba dentro alla padella, cuocete, girate e voilà la frittata. Col gusto forte della borragine e visto il suo indurre all’allegria a questi piatti si abbina bene il vino rosso, non proprio corposo come il Sangiovese ma un Morellino di Scansano va.
La borragine ha grandi foglie ovali, consistenti, ricoperte da una peluria ruvida, disposte alterne lungo lo stelo e fiori inclinati, aventi forma di stella, di un bell’azzurro intenso. Quest’erba si trova un po’ ovunque è facile da riconoscere proprio per le sue foglie grandi e pelose e poi ha notevoli dimensioni, questa pianta non si mangia cruda, non fatelo, anche se in internet si dice che si può mangiare cruda, io che ho provato vi posso dire che è “cattiva” e poi pare che non faccia neanche bene usata cruda mentre è ottima cotta. Io non posso fare a meno di mangiarla perché un antico detto dice che porta felicità e quindi… non si sa mai. Presso gli antichi romani il vino alla borragine era ritenuto un antidoto alla tristezza. La parola celtica “borrach” significa coraggio, la borragine, aggiunta al vino, veniva usata dai Celti per dare coraggio ai guerrieri nell’affrontare i nemici in battaglia. Gli antichi Greci invece la usavano per curare i mal di testa da sbronza. La borragine dunque incoraggia l’allegria infatti era un tempo usata per decorare le case in occasione di matrimoni. Il nome gallese per la borragine, “llawenlys”, significa erba della contentezza. Quest’erba si deve proprio mangiare, ora vi scrivo le uniche due ricette che ho provato e un po’ inventato. 1) Tagliate a striscioline, dopo averle ben lavate e strizzate, le foglie della borragine, tagliate a dadini una o due patate, mettete entrambe in una pentola con acqua e sale, portate a bollore, aggiungetevi la pasta (gramigna o farfalle o maccheroncini), bollite per i minuti richiesti, quindi scolate e passate il tutto in una padella con olio, pepe ed abbondante pecorino o parmigiano, se volete potete aggiungere una dadolata di pancetta o bacon. 2) Sbollentate la borragine, sminuzzatela, insaporite in una padella con olio ed un po’ di peperoncino, lasciate cuocere piano per un quarto d’ora, intanto sbattete le uova salate e pepate, unite un cucchiaio di farina, rovesciate il tutto sull’erba dentro alla padella, cuocete, girate e voilà la frittata. Col gusto forte della borragine e visto il suo indurre all’allegria a questi piatti si abbina bene il vino rosso, non proprio corposo come il Sangiovese ma un Morellino di Scansano va.
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