No, io così non ce la faccio. Metto una foto dei tempi d’oro. Cercasi Rutger Hauer disperatamente!
Inizierei da Rutger Hauer, che sembra sia stato maledetto da una sceneggiatrice zingara a cui deve aver calpestato l’alluce valgo.
Dopo l’infame Dracula 3D speravamo in qualcosa di meglio per lui, e True Blood sembrava un passo avanti – anche se pure qui Nonno Niall ha un ruolo spaventosamente simile a Van Helsing – e invece Roy Batty/Etienne Navarre è diventato il Re delle Fate, ma quello che fa in realtà è il cane da guardia della nipote (con dignità del personaggio inversamente proporzionale al suo rango).
La ricerca di Warlow lo porta al club delle fate, dove è stata commessa una strage. L’unico sopravvissuto, prima di diventare cenere, gli dice che è stato un vampiro molto potente. Trova anche del sangue che reagisce in modo strano alla magia, nel senso che brilla di viola e sfrigola. Quando esce di lì, Nonno Niall s’imbatte casualmente in Ben, il mezzosangue che altrettanto casualmente era stato trovato da Sookie la settimana scorsa. Questo lo riconosce pure come Re, inchinandosi e offrendogli immediatamente il suo aiuto, offerta che Niall accetta dopo un dialogo sbrigativo da serata D&D alla: «Sbrighiamoci a finire questo pezzo che arrivano le pizze, non sprecate tempo a interpretare e mettete fuori i soldi». Infatti, senza neanche farsi due domande due sul come o il perché Ben si trovasse sul luogo del delitto, lo assolda nella Compagnia dell’Anello gruppo perché il Master dice così. Adesso ho capito come si sono estinte le fate, per fesseria ereditaria.
Ben entra nel Team Stackhouse.
Well done, Nonno!
No, davvero, insisto.
Il dialogo tra i due è uno dei pezzi più imbarazzanti della puntata. No, della stagione. Talmente goffo e artificioso da far pensare a una botta di dilettantismo o a un micro ictus dello sceneggiatore.
Ovviamente Niall porta Ben a casa, dove s’imbattono poi anche in una vampira, ma questa ha giusto il tempo di dire che anche lei sta cercando Warlow e scappa via. Insomma, Warlow va un casino quest’anno – anche l’hype gratta il soffitto della farsa – perciò dovrete averne assolutamente uno in borsetta o non siete NESSUNO.
Uniforme tattica, non c’è che dire.
Intanto Bill manda Jessica a rapire il professore universitario che – pare – ha sintetizzato il Tru Blood perché vorrebbe replicare il sangue di fata di Sookie.
Lo scopo è potenziare i vampiri in previsione della guerra contro gli umani (non perdetevi la scena in cui crede di essere diventato immune al sole perché ha sognato Lilith e si accende come un cerino, impagabile).
Ovviamente Sookie non è d’accordo, perciò lo manda a cagare così forte che Bill avverte una dolìa alle emorroidi.
I fanfiscemeggiatori però sono dalla sua parte, infatti tornando a casa “Vampire Bill” s’imbatte in Andy (che lo chiama davvero così, grande!) e viene a sapere delle figlie fatate. Il piano cambia.
Non è mai successo.
Sono state le voci, antani e la supercazzola. Chiaro?
Una nota su Jason prima di passare al resto: ha continui mal di testa di cui non si conosce l’origine.
Mentre Sookie lo accudisce le racconta di essere stato guidato e influenzato dai genitori che gli apparivano facendo commenti razzisti, ed è per questo che aveva attaccato la sede dell’Autorità come un matto, obliterato quindi il giusto sdegno di vedersi privato di tutto dai succhia-sangue, il rancore verso la sorella che li ha ripetutamente preferiti a lui eccetera. Uno di quei goffi colpi di spugna che sembrano far spazio ad altro cancellando eventi pregressi che – chi lo sa – potrebbero contraddire quelli a venire, ma lo scopriremo solo seguendo il resto.
… e quando diresti che in questo caravanserraglio non serviva l’intermezzo comico, arriva Ginger, e sta una spanna sopra gli altri.
Vi ricordate che Eric era dalla figlia del Governatore? Ecco, Willa – si chiama così – gli promette informazioni se non la uccide, così lui la rapisce. Già, in questa stagione, il vampiro millenario che la sapeva lunga è un guerrafondaio con poco giudizio. La porta pure al Fangtasia, dove raccoglie Pam (che vorrebbe ucciderla) e Tara (che vorrebbe ammaliarla e farla tornare a casa senza memoria) per andare a nascondersi dalla loro cameriera umana, Ginger. Qui Willa racconta di un centro di raccolta dove i vampiri vengono studiati e sottoposti a esperimenti, però vengono rintracciati. Si scappa ancora.
A proposito del centro, qui è prigioniero il Reverendo Newlin, che si trova faccia a faccia con la ex moglie ora datasi alla politica e vendicativa da morire, infatti lo lascia tra le mani di un medico/scienziato/aguzzino con una voglia di Mengele che lo sfigura, il quale lo convince a raccontare tutto quello che sa su Eric Northman.
In chiusura ci dedichiamo a Sam che recupera Emma dal branco di Alcide, già indagato dalla polizia per la scomparsa del padre di Emma e della bambina stessa.
Nicole Wright, attivista (e se non era così, col piffero che correva a salvarla).
Gli hippies li aiutano, ma è la cosa più goffa, stupida, cretina e ingenua che si possa vedere. Arrivano di notte al campo dei mannari neanche fossero Testimoni di Geova – infatti glielo chiedono – ma i loro discorsi fanno saltare la mosca al naso a Rikki (che è una stronza, segnatevelo) e agli altri lupi, che attaccano e sbranano i figli dei fiori (nonostante Alcide provi inutilmente a fermarli, mostrando una volta di più che potrebbe essere capobranco solo di una muta di cani da grembo). Se ne salva solo una, la ragazza che era andata da Sam – e che si vede lontano un miglio quanto gli piaccia (anche se Luna è morta tipo da giovedì) – allora lui, che è arrivato non visto a prendere Emma, decide che deve rischiare e salvarla, visto che è pure ferita (oltre che gnocca).
Direte voi: in mezzo a una zuffa di mannari col rischio di restarci secchi? Certo, la logica ormai è una prugna che galleggia nel profumo servita in un cappello da uomo (cit.), quindi: suca!
Tutte queste belle trovate mi hanno lasciato un po’ così, ma sono state annunciati dieci episodi perciò ne abbiamo ancora sette per vedere dove intendono andare a parare. Lo sapete, voi? Io no, perciò guardiamo insieme. Alla prossima!