I vampiri della HBO e della CW a confronto
Le creature delle tenebre sono ormai una costante all’interno della serialità americana. Non solo il cinema ne è fatalmente attratto, ma anche la tv è rimasta vittima del fascino di vampiri, licantropi e mostri di vario genere. Si contano infatti tante produzioni televisive che hanno riadatto secondo i propri stilemi, storie di vampiri, amori proibiti e torbide maledizioni ancestrali. Due sono le serie tv di riferimento, ovvero True Blood per la HBO e The Vampirie Diaries per la CW. Mentre la prima è tutt’ora in programmazione in America con la settima ed ultima stagione, la seconda lo scorso maggio ha tagliato il traguardo dei 5 anni di programmazione e per settembre sono attesi i nuovi episodi. Due show, True Blood e The Vampire Diaries, molto diversi tra di loro ma uniti da un unico scopo: far battere il cuore dei fan.
True Blood non avrebbe bisogno di presentazioni, dato che ormai è una tra le serie più amate/odiate del pubblico telematico. È uno show complesso quello che il buon Alan Ball ha portato sul piccolo schermo, la cui miscela di irrealtà e trovate bizzarre, a volte ha diviso il pubblico. C’è da dire però che nonostante i limiti della narrazione, le svolte assurde e troppo sanguinolente, True Blood è stata la prima serie che ha mostrato i vampiri – ed altre creature temibili – come vuole la mitologia, ovvero seducenti ma pericolosi, calcolatori e possessivi, ed anche premurosi e romantici ma soprattutto affamati di sesso e sangue. Queste sono alcune caratteristiche che hanno convinto i più scettici che, con riluttanza, si sono accostati all’universo creato da Alan Ball; la serie infatti solo dalla seconda stagione ha attecchito sul pubblico, perché gli scrittori (e grazie al grande bagaglio lasciato dai romanzi di riferimento), hanno inscenato un racconto si usuale ma fresco, nuovo, adulto, divertente e che fa divertire. Certo da due anni la serie cammina in acque torbide e per fortuna, la stagione 7, scriverà il capitolo finale una fetta di storia televisiva.
Rispetto a True Blood che è dedicato ad un pubblico più adulto e selettivo, The Vampire Diaries invece ha un target diverso a cui si riferisce, più giovane ed eterogeneo e poco aperto alle novità. Sviluppata da Julie Plec (a lavoro anche su The Originals) e Kevin Williamson ma ispirata anche lei ad una saga letteraria, la serie della CW è un tripudio di grandi emozioni, colpi di scena ed una vicenda che intreccia il melò, il teen-drama con una spuzzatina di mistero e segreti ancestrali. Al centro però della storia c’è un triangolo amoroso che, nel corso di 5 anni, ha sedotto, affascinato e diviso il giovane pubblico.
The Vampire Diaries infatti anche se nel corso di 5 anni di programmazione ha mantenuto alto il suo nome, si comincia sentire un po’ di stanchezza ed irrequietezza all’interno del plot; la quinta stagione anche se è riuscita ad intrattenere come sempre in maniera ottimale, non è risultata essere l’annata migliore a causa di una trama frammentaria, piena zeppa di retorica e soprattutto i nuovi personaggi non sono stati sfruttati al meglio, morendo poco dopo oppure uscendo di scena drasticamente. Il triangolo amoroso è ancora il perno della vicenda, ma quest’amore impossibile ha cominciato a stancare. I vampiri qui sono belli, romantici e nascondono saggiamente il loro oscuro passato cercando di vivere una vita da umani, nonostante la loro condanna. Sanno amare e si fanno amare, odiano ma perdonano; sono altruisti e quando devono anche vendicativi, eppure in quanto a bellezza e charme, non superano quelli di True Blood.
The Vampire Diaries è un guilty pleasure, mentre True Blood è (o almeno era) un piccolo cult della tv. Due serie diverse ma entrambe a conti fatti, sono artefici della storia della tv moderna.
Di Carlo Lanna per Oggialcinema.net