True Detective 2

Creato il 18 agosto 2015 da Ninapennacchi

Purtroppo, devo convenire con il resto del mondo. Ed è una cosa che non sopporto, convenire con il resto del mondo. In genere aspetto che il resto del mondo convenga con me. Cosa che accade, indovinate? Ecco. Ma io continuo ad aspettare...
Come dite? Oh sì, sono partita per la tangente come mio solito. Dicevo, True Detective Seconda Stagione. Con un bellissimo poster e una frase di lancio che recita "We get the world we deserve". Voi capite, era impossibile che fosse una delusione.
È stata una delusione. 

Tu quoque, frase ben auspicante


Sì, mi tocca convenire con il resto dello stupido mondo: la seconda stagione di True Detective non è all'altezza della prima. E dire "non all'altezza" è solo un pietoso eufemismo, perché sono risaputamente una bella persona. 

Mi dispiace amico,
non so cosa ti hanno detto nei manuali di self-help,
ma le dimensioni contano. Fattene una ragione


Il problema è il "troppo", in questa seconda stagione. Si ha questa distorta percezione, quando si crea una storia: che aggiungere dramma al dramma renda tutto più (indovinate?) drammatico.
Errore, grosso errore. In True Detective 2 ci sono davvero un fottio di drammi, drammi che riguardano tutti i personaggi. Non ce n'è uno che abbia avuto un'infanzia normale/una famiglia normale/una scopata normale.
Sono tutti più o meno dei sopravvissuti. Forse l'autore della serie pensava che così ci si sarebbe sentiti davvero, davvero coinvolti dalla storia. Ma in realtà il pathos ha una formula molto semplice:
(Tempo che si ha a disposizione : Numero di drammi) = Pathos
Se una persona dispone di una quota di Tempo uguale a, diciamo, 1 (l'ora che dura la puntata), e il dramma è uno, il risultato sarà
(1 : 1) = 1
ovvero il totale coinvolgimento emotivo. Ma se cominciamo ad aggiungere drammi... capite dove voglio andare a parare?
(1 : fottio di drammi di TD2) = 0,00fottiodizeriprimadiarrivareallainfinitesimapartedi1
Ovvero coinvolgimento emotivo per ogni singolo dramma pari allo zero. 

Sì, più o meno così


Un po' come nell'ultimo Harry Potter dove morivano tutti: era difficile, da un certo punto in poi, soffrire davvero. Non ci riuscivi. Non ne avevi il tempo. Come in quella barzelletta, dove due pomodori sono in autostrada: uno vede che arriva un camion e dice all'altro "Attento arriva un ca..." SQUEK! e l'altro risponde: "Quale ca..." SQUEK!
Vedi? Non c'è tempo di affezionarti al primo pomodoro (anche un cuore indurito si scioglie per un pomodoro spappolato) che già devi pensare all'altro pomodoro. SQUEK!
Ed è un gran peccato perché a me Colin Farrell piace assai. Per vari motivi, ma soprattutto per la sua fronte a V. Dovete sapere che io ho questa nozione, imparata chissà dove, che dice che una donna con la fronte a V sia senza dubbio una strega. Proprio nel senso che ha i poteri. Non so se valga anche per gli uomini, però. 

Un po' di alone luciferino si nota


In tutta la serie, solo un personaggio mi è piaciuto molto, e non è Colin Farrell. È Vince Vaughn, il gangster. Nonostante sia anch'egli il solito povero caro decisamente poco baciato dalla fortuna. (Il che sarebbe andato bene, se fosse stato il solo o comunque uno dei pochi. Vi devo ripetere la formula o vi risparmio? E a proposito di questo... c'è davvero qualcuna di voi che è riuscita a leggere il post fino a qui? Ops... immaginavo XD )
Bel personaggio, quello del gangster. Bella caratterizzazione, si spezza ma non si piega, insomma: lo metto in un angolino della mia mente perché mi piacerebbe di scrivere di un personaggio così in futuro.

Yes, you can

PS. Indovinate com'è la mia fronte?

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