“Se tocchi l'oscurità, lei ti tocca a sua volta”. Questa è la frase lancio di “True Detective”, nuova serie targata HBO, nata dalla penna di Nic Pizzolatto, autore del romanzo “Galvestone” e sceneggiatore di un paio di episodi di “The Killing”, con protagonista la coppia d'assi Matthew McConaughey, fresco di vittoria ai Golden Globes come miglior attore nel film “Dallas Buyers Club” e favorito per l'Oscar, e il collega e amico Woody Harrelson. L'oscurità di cui si parla non è fisica, ma molto più insidiosa: ci troviamo infatti nell'assolata Louisiana, profondo sud degli Stati Uniti, in un piccolo paesino di provincia. La luce è forte, la gente si muove con estrema lentezza, chiesa e bar sono i punti di ritrovo e la famiglia è un'istituzione indiscutibile. In questo ambiente, quasi congelato nella sua luminosa staticità, mal si muove il texano Rust Cohle (McConaughey), detective trasferitosi in Louisiana dopo aver perso, in circostanze misteriose, figlia e moglie. Cohle è un uomo segnato dalla vita, pieno di fantasmi, un depresso con problemi d'insonnia e alcol, un, come si autodefinisce, “pessimista”. Di tutt'altra pasta il suo collega, Martin Hart (Harrelson), detective ambizioso ed espansivo, sposato e con due figlie. La strana coppia deve cimentarsi con un singolare caso di omicidio: una donna ritrovata in pieno giorno legata a un albero, ricoperta di corna di cervo e strane costruzioni di rami secchi. E' il 1995 e il duo è alle costole di un efferato serial killer. Con un salto temporale di 17 anni, ritroviamo i due separati e molto cambiati: Cohle si è lasciato andare, mentre Hart è un uomo di successo non più sposato. Entrambi vengono interrogati quando il serial killer della Louisiana, imprigionato anni prima, torna a farsi vivo. Si tratta di un imitatore? Oppure è stato arrestato l'uomo sbagliato? Sponsorizzato come un classico poliziesco, “True Detective” nasconde e offre molto più di quanto promesso: la scrittura fortemente letteraria, i lunghi e intensi dialoghi fra i due protagonisti, la cura nel caratterizzare i personaggi e i continui flashback fanno della serie un vero e proprio thriller psicologico, in cui la caccia più appassionante e spietata è quella dei due detective contro i propri segreti più oscuri. Nata come una serie antologica - se sarà confermata, la seconda stagione avrà protagonisti e trama differenti, come accaduto per il ciclo di “American Horror Story” - “True Detective” promette di sondare, in otto episodi, gli abissi più fangosi e insondabili dell'animo umano. Per fare questo non poteva esserci coppia migliore del duo formato da McConaughey e Harrelson, amici anche al di fuori del set, e colleghi fin dai tempi di “EdTv”, film di Ron Howard del 1999, in cui interpretavano due fratelli. I loro detective, Cohle e Hart, che già dai nomi rimandano ad atmosfere polverose in cui si respira l'odore di sangue e sudore, con il marcato accento del sud ricordano i personaggi dei romanzi Joe R. Lansdale, formando una coppia irresistibile che fin dal primo minuto cattura l'attenzione per carisma e bravura. McConaughey si conferma uno dei migliori attori del momento, dando al suo personaggio un'aria spettrale e passando ancora una volta attraverso notevoli trasformazioni fisiche, mentre Harrelson regge a testa alta il confronto, caricando il suo personaggio di una forte dose di ironia. A sorreggere il lavoro dei due attori ci sono la regia quasi onirica di Cary Fukunaga, autore del film “Jane Eyre” con Michael Fassbender e Mia Wasikowska, che si è occupato di tutti gli episodi, e la musica calda e avvolgente di T-Bone Burnett, premio Oscar per la miglior canzone con il brano composto per il film “Crazy Heart”, film di Scott Cooper con Jeff Bridges. In America la serie ha debuttato lo scorso 12 gennaio, proprio mentre McConaughey ritirava il Golden Globe per il miglior attore protagonista in un film drammatico, mentre in Italia è ancora inedita.
“Se tocchi l'oscurità, lei ti tocca a sua volta”. Questa è la frase lancio di “True Detective”, nuova serie targata HBO, nata dalla penna di Nic Pizzolatto, autore del romanzo “Galvestone” e sceneggiatore di un paio di episodi di “The Killing”, con protagonista la coppia d'assi Matthew McConaughey, fresco di vittoria ai Golden Globes come miglior attore nel film “Dallas Buyers Club” e favorito per l'Oscar, e il collega e amico Woody Harrelson. L'oscurità di cui si parla non è fisica, ma molto più insidiosa: ci troviamo infatti nell'assolata Louisiana, profondo sud degli Stati Uniti, in un piccolo paesino di provincia. La luce è forte, la gente si muove con estrema lentezza, chiesa e bar sono i punti di ritrovo e la famiglia è un'istituzione indiscutibile. In questo ambiente, quasi congelato nella sua luminosa staticità, mal si muove il texano Rust Cohle (McConaughey), detective trasferitosi in Louisiana dopo aver perso, in circostanze misteriose, figlia e moglie. Cohle è un uomo segnato dalla vita, pieno di fantasmi, un depresso con problemi d'insonnia e alcol, un, come si autodefinisce, “pessimista”. Di tutt'altra pasta il suo collega, Martin Hart (Harrelson), detective ambizioso ed espansivo, sposato e con due figlie. La strana coppia deve cimentarsi con un singolare caso di omicidio: una donna ritrovata in pieno giorno legata a un albero, ricoperta di corna di cervo e strane costruzioni di rami secchi. E' il 1995 e il duo è alle costole di un efferato serial killer. Con un salto temporale di 17 anni, ritroviamo i due separati e molto cambiati: Cohle si è lasciato andare, mentre Hart è un uomo di successo non più sposato. Entrambi vengono interrogati quando il serial killer della Louisiana, imprigionato anni prima, torna a farsi vivo. Si tratta di un imitatore? Oppure è stato arrestato l'uomo sbagliato? Sponsorizzato come un classico poliziesco, “True Detective” nasconde e offre molto più di quanto promesso: la scrittura fortemente letteraria, i lunghi e intensi dialoghi fra i due protagonisti, la cura nel caratterizzare i personaggi e i continui flashback fanno della serie un vero e proprio thriller psicologico, in cui la caccia più appassionante e spietata è quella dei due detective contro i propri segreti più oscuri. Nata come una serie antologica - se sarà confermata, la seconda stagione avrà protagonisti e trama differenti, come accaduto per il ciclo di “American Horror Story” - “True Detective” promette di sondare, in otto episodi, gli abissi più fangosi e insondabili dell'animo umano. Per fare questo non poteva esserci coppia migliore del duo formato da McConaughey e Harrelson, amici anche al di fuori del set, e colleghi fin dai tempi di “EdTv”, film di Ron Howard del 1999, in cui interpretavano due fratelli. I loro detective, Cohle e Hart, che già dai nomi rimandano ad atmosfere polverose in cui si respira l'odore di sangue e sudore, con il marcato accento del sud ricordano i personaggi dei romanzi Joe R. Lansdale, formando una coppia irresistibile che fin dal primo minuto cattura l'attenzione per carisma e bravura. McConaughey si conferma uno dei migliori attori del momento, dando al suo personaggio un'aria spettrale e passando ancora una volta attraverso notevoli trasformazioni fisiche, mentre Harrelson regge a testa alta il confronto, caricando il suo personaggio di una forte dose di ironia. A sorreggere il lavoro dei due attori ci sono la regia quasi onirica di Cary Fukunaga, autore del film “Jane Eyre” con Michael Fassbender e Mia Wasikowska, che si è occupato di tutti gli episodi, e la musica calda e avvolgente di T-Bone Burnett, premio Oscar per la miglior canzone con il brano composto per il film “Crazy Heart”, film di Scott Cooper con Jeff Bridges. In America la serie ha debuttato lo scorso 12 gennaio, proprio mentre McConaughey ritirava il Golden Globe per il miglior attore protagonista in un film drammatico, mentre in Italia è ancora inedita.
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