Sin dalle prime puntate, infatti, internet gridava al capolavoro. Gente che si inchinava davanti a un riscoperto Matthew McConaughey. Persone che sbavavano per questa serie tv. Eppure, la prima stagione di TD, è stata qualcosa di veramente pesante. Una serie con tempi lenti, inquadrature a tutto campo (favolose) e dialoghi criptici. Su internet uno dei pochi ad affermare ad alta voce “io non capisco questa serie” fu Zerocalcare (il che aumenta la mia stima per lui), mentre gli altri guidavano il furgone del capolavoro. A un anno di distanza, il popolo del web ha avuto una reazione diametralmente opposta e si è gridato alla cagata megagalattica. Così, quasi per sport. Un grido così unanime, in entrambe i casi, che ti vien il dubbio che dietro ci sia qualcos’altro: lo spauracchio degli opinion leader. Quei personaggi che fanno tendenza e che se dicono che una cosa è bella, allora per tutti è bella, mentre se dicono che per loro fa cagare, allora deve far cagare. Successe la stessa cosa per Man of Steel; pellicola ostracizzata ancora prima di uscire da gran parte del popolo nerd, solo perché “alcuni” opinion leader (che hanno ricevuto una mia sonora sbroccata, con tanto di “ma chi cazzo vi credete di essere?!”) avevano deciso così. In realtà Man of Steel fu un bel film supereroistico. Il primo a mettere Superman sotto una diversa luce, per nulla banale.
Le uniche differenze, sulle quali la seconda stagione è stata veramente carente, sono solo due. 1) la regia di Cary Fukunaga nella prima stagione è stata eccezionale (merito anche della fotografia). Mentre quest’anno è stato tutto molto ordinario. 2) Il peso è stato spostato un po’ troppo sui personaggi e meno sulla storia, che è sembrata – alla fine – quasi secondaria, un escamotage per parlare di quattro persone e dei loro drammi (che comunque ci sta).
Aspettiamo con trepidazione la terza stagione. Ma magari, l’anno prossimo, gli opinion leader delle prime puntate mandiamoli subito a cagare…