Il servizio era focalizzato sulla trasmissione in qualita' HD dei programmi delle emittenti Sky German, Sky Italia e Sky Uk, oltre ad alcuni canali della televisione francese e russa. L'abbonamento aveva il prezzo di 8 euro al mese e le trasmissioni si potevano vedere sia da computer sia con telefoni cellulari e tablet. Futubox aveva ulteriormente allargato l'offerta di "servizi", proponendo per 135 euro un dispositivo hardware collegabile direttamente al televisore di casa che avrebbe permesso la fruizione dei palinsesti in live-streaming o on-demand selezionabili direttamente attraverso un telecomando. Le indagini svolte in ambito telematico anche attraverso social network hanno fatto emergere che gli amministratori del portale erano ucraini e avevano registrato 16 nomi di dominio (DNS) in forma anonima utilizzando il servizio denominato DomainByProxy offerto da una societa' statunitense; i flussi dati che consentivano la visione dei programmi in "streaming" in alta definizione erano gestiti da server localizzati in Ucraina, Germania, Russia e Romania.
In particolare, le attivita' investigative hanno permesso di accertare che i server utilizzati da Futubox in Ucraina appartengono a un ente universitario di ricerca del paese dell'Est europeo, che riserva agli studenti l'opportunita' di fruire a basso costo della propria piattaforma tecnologica per consentire lo sviluppo di imprese digitali.
Tra i principali mercati di sbocco, l'Italia rappresentava per numero di collegamenti il secondo Paese al mondo con oltre il 24 per cento dei visitatori, che potevano accedere a un bouquet di canali in continua evoluzione (anche seguendo i suggerimenti degli utenti), recentemente arricchito con la trasmissione delle gare di Formula 1 offerte in esclusiva ai clienti dell'emittente satellitare. Inibito l'accesso dall'Italia a 16 siti web ed eseguite perquisizioni in provincia di Bari e Taranto nei confronti di altri due pirati informatici italiani che spedivano in Ucraina le smart card necessarie per accedere ai servizi Sky e promuovevano sulla rete la vendita degli abbonamenti al servizio pirata attraverso altri due siti web in lingua italiana, parimenti oggetto di sequestro penale.
Uno dei due indagati - giovane laureato in informatica - stava sviluppando in proprio un software, 'Telebox', col quale avrebbe rilanciato e personalizzato il servizio pirata dall'Italia. Le investigazioni - in corso in 6 Paesi verranno ora focalizzate sull'identificazione degli utenti italiani del portale e sulla ricostruzione dei flussi finanziari derivanti dalla sottoscrizione degli abbonamenti, al fine di quantificare i profitti conseguiti dai 'pirati'coinvolti.