Forse qualcuno dovrebbe spiegare a Tsipras che la platea di Cernobbio la verità la conosce benissimo, avendola creata e che questi incontri servono non tanto ad ascoltare i relatori, quanto a creare contatti e legami personali, fare affari e invischiare nel miele delle lusinghe i possibili avversari. Cosa se ne fa il Gotha di Tsipras, messo tra l’altro in un panel con Mario Monti? E cosa se ne fa Tsipras del Gotha? Probabilmente è lì non tanto come rappresentante della sinistra, ma come possibile, futuro leader greco dimostrando quella sorta di mite “ragionevolezza” dialettica che da parecchi anni è la maledizione della sinistra. Infatti non si capirebbe quale senso possa avere andare nel ventre del liberismo nel momento in cui -come sostiene – il liberismo è fallito.
Ma, dice Tsipras, la sinistra non è scomparsa, è nella società. E per dimostrarlo fa l’esempio italiano: ”Penso che la base del Pd, che è più a sinistra di Renzi, lo spingerà in una direzione più radicale e più di sinistra. Questa e’ una necessità, non per la sinistra italiana, ma per l’Italia e per l’Europa in generale”. Vengono i brividi a sentire parlare di direzione “più radicale”, quando senza opposizione alcuna abbiamo un job act criticato persino dall’Ocse per la sua estensione totale della precarietà, i dipendenti pubblici che vengono umiliati prima con le bugie e poi con i fatti, la scuola che viene data in pasto a meccanismi e logiche privatistiche, adagiate su un cuscino fraudolento di retorica e promesse, i beni pubblici che, assieme a quelli culturali sono svenduti e dati in pasto proprio ai signori di Cernobbio. E tu parli di direzioni più radicali quando al massimo si tratta di strappare qualche pezza a colore?
La questione psichiatrica della sinistra che tende a dividersi all’infinito come i semi di Anassagora sta forse non tanto in una inarrestabile forza centrifuga e nell’istinto di nicchia, quanto nel fatto che il coagulante delle idee sembra divenire sempre più inefficace e più pallido: appunto brandelli di copertura su una visione del mondo e della società considerata non più contendibile. Ci si può davvero stupire che il tentativo di compattarsi attorno a Tsipras sia fallito?