Mi sembra che negli ultimi anni sia sempre più vivo un tentativo di cancellare la donna dalla vita pubblica per poter ottenere una tribuna politica di soli uomini. La presenza femminile, salvo alcuni casi, viene spesso stigmatizzata ed utilizzata come cavia per giustificare le gesta errabonde dei dirigenti politici italiani. Tutto ciò puzza molto di volgare e ignorante.
La vicenda della Tulliani e dei ricatti ricevuti da Gaucci, così come il caso di Veronica Lario, della Carfagna, di Noemi e della D'Addario. Per i giornali più forcaioli e stereotipati degli ultimi anni (La Repubblica e Il Giornale), l'ideale della donna cortigiana che corrompe e rovina è diventato una tristissima costante. Ed i personaggi che li accompagnano rappresenterebbero inevitabilmente le vittime il cui unico errore sarebbe stato quello di essersi innamorati/fatti condizionare da una donna. Quella sbagliata.
E tutto ciò salvo le eccezioni di qualche giornalista libero (ad esempio Laura Eduati su Liberazione) unisce tanto l'inchiostro di destra quanto quello di sinistra. Cosicchè il gioco della mignottocrazia giustificato dell'idea di base malsana di ricacciare le donne in un angolo giocando sullo sputtanamento del privato dei politici non ha nè arte nè parte. Senza fissa dimora. Tutti lo possono rivendicare a quanto pare.