Tu chiedi chi era quel Beatle. Il mistero di 'Paul is dead'.

Creato il 14 marzo 2011 da Filippovoyager

Nel corso della storia nascono molte volte soggetti e gruppi capaci di sconvolgere con la loro forza intere generazioni. E' avvenuto per i grandi condottieri, per i grandi Re, ma anche per scienziati, artisti di vario genere, scrittori ed altri. E così è stato anche per il mondo della musica che ha annoverato dei veri e propri rivoluzionari che tuttora rimangono grandi leggende: Mozart, Beethoven, Puccini ed altri in passato; Armstrong, Ray Charles, Elvis Presley, Jimmy Hendrix ed altri ancora più di recente. Il gruppo che però, forse, più di tutti ha sconvolto gli equilibri e che rimane un vero e proprio riferimento è stato quello dei Beatles. Il gruppo che ha annoverato più e più musicisti, tra cui l'italiano Mino Reitano, fino a giungere al definitivo compimento con la scelta di quella che è passata come la formazione ufficiale dei "Faboulus four": John Lennon, Paul McCartney, Ringo Star e Jorge Harrison. Milioni di fan in tutto il mondo; un successo esaltante che vide la sua esplosione attorno al 1965-66. Equilibrio però minato da ciò che si sarebbe poi da una notizia che avrebbe sconvolto in parte il mondo perfetto dei Beatles.
E' il 12 ottobre del 1969, quando una radio di Detroit riceve una notizia da una telefonata fatta da un tizio che si fa chiamare Alfred; notizia che sembra nata proprio per fare un po' di audience: Paul McCartney è morto, tre anni prima. Dichiarò a Russel Gib, il Dj della radio contattata, di essere in possesso delle prove di quanto dichiarava e che la maggior parte di esse erano nello stesso materiale prodotto dai Beatles. La notizia, dopo un po' di tempo trascorso tra scetticismo e poca voglia di credere ad una storia che appariva come una pura "bufala", nata apposta per gettare fango su quello che in quel momento era il gruppo musicale più famoso al mondo, accolse poi delle conferme. Tali elementi furono portati alla luce dagli stessi fan dei Beatles, che iniziarono a scrutare con maggior attenzione le copertine dei loro dischi ed a porre sempre più orecchio alle parole dei loro testi. In particolare si fece molto caso ad una copertina: "Abbey Road". E' uno dei dischi più famosi dei Beatles, prodotto dalla Apple, e la foto scattata in copertina ha reso quell'attraversamento pedonale di Londra, frontale all'omonimo studio di registrazione, la loro casa di produzione, come uno dei luoghi simbolo per il turismo e la strada stessa ha dato il nome all'album. Ma cosa ha di strano? Nel 1966 i Beatles raggiungono di fatto la vetta musicale; dopo aver communque pubblicato molti LP in quegli anni, nel 1969, con l'uscita del loro album "Abbey Road", passano alla Storia. I fan si scatenano e seguono i loro idoli subito, anche quando questi si dirigono a fare una delle foto più famose di tutti i tempi. Fin qui nulla di strano, ma analizziamo bene gli elementi presenti in essa. Sulla sinistra della fotografia si trova parcheggiato un "Maggiolone" con una targa: "LMW28 If", cioè 28 se. Se cosa? Proprio Paul McCartney, nato nel 1942, nel 1970 avrebbe avuto ventotto anni, poco tempo dopo dall'uscita dell'album, mentre la parte iniziale indicherebbe "Linda McCartney widowed", cioè Linda McCartney è diventata vedova. Inoltre sulla destra si trova un'auto della Polizia, usata quando avvenivano gli incidenti stradali. I "Fab four" oltretutto, camminano come in una processione funebre, con John Lennon capo fila vestito di bianco puro, come un angelo. Paul McCartney, invece, segue in terza posizione con una sigaretta nella mano destra, mentre lui era mancino, e cammina scalzo; lo "scalzo" nelle culture orientali rappresenta il "morto".
Un altro album, "Sgt. Pepper's" racchiude un numero elevatissimo di indizi o presunti tali. Questo fu il primo ad essere pubblicato dopo la presunta morte di McCartney; fu infatti pubblicato nel 1967 a quasi un anno dall'uscita di "Revolver". Se si pone uno specchio nel diametro del tamburo posto al centro della foto e si specchia la parte centrale, ecco che ne viene fuori una scritta: "Il 9/10 lui è morto" e tra "he" e "die" si trova una freccia, la quale indica proprio verso il soprastante Paul. I componenti del gruppo inoltre poggiano i piedi su quella che sembra essere una tomba i cui fiori, propri di cerimonie funebri, compongono un Basso, il suo strumento, e di fianco al gruppo, vestito con indumenti appariscenti, si trova un'altra immagine dei quattro che, vestiti a lutto, guardano in basso verso la cassa da morto ed il basso. Di fianco a loro, poi, con Paul che è l'unico ad impugnare uno strumento nero e ad avere una mano sulla testa in segno di benedizione; sulla destra si trova una bambola insanguinata che ha in grembo un'auto rossa, lo stesso modello da lui posseduto e con cui avrebbe avuto l'incidente mortale. Sul restro invece si trova un'alltra immagine del gruppo, ma mentre tutti sono posti frontalmente, l'unico a voltare le spalle è proprio Paul. Oltretutto è proprio lui che indossa una divisa con una toppa con ricamata la sigla OPD, cioè "Officially Pronounced dead"; "morto ufficialmente. Andando alle canzoni, invece, possiamo vedere come una delle più famose dei Beatles possa non essere così casuale: "A day in the life". Il testo racconta nei primi versi dell'incidente di un ragazzo che, passando la mattina presto in macchina da un incrocio, non si accorse del fatto che le luci del semaforo fossero passate da verdi a rosse, andandosi così a scontrare contro un tir e venendo decapitato. Ufficialmente il riferimento sarebbe stato fatto nei confronti del figlio di un componente della House of Lords; ma questo tema sarebbe la spiegazione ed il racconto originale della presunta morte di Paul McCartney, presumibilmente avvenuta, stando a quanto affermano alcuni studiosi della vicenda, con queste dinamiche alle cinque di mattina del 9 Novembre 1966.
Altri album sono "Yellow submarine" e "Revolver". Nel primo, come in "Sgt. Pepper's", in alcuni disegni che ritraggono McCartney, esso appare con delle mani che è molte volte Lennon a porgli sulla testa: nella cultura indiana è segno di benedizione per una persona che deve essere sepolta. Nel secondo, invece, sono ritratti i "Fab four" tutti frontali, mentre l'unico di profilo, che sembra dare le spalle agli altri, come in segno di assenza, è proprio Paul McCartney, sulla sinistra della copertina.
In "Magical mistery tour", invece, Paul appare seduto ad una scrivania vestito da militare; davanti a lui è posta una scritta: "I was", ovvero "io ero" e dietro di lui si trovano due bandiere inglesi, incrociate e poste a lutto. La copertina di "Let it be" invece è divisa in quattro quadrati; in ognuno di essi si trova la foto in primo piano di un componente del gruppo, ma mentre Lennon, Star e Harrison emergono da uno sfondo bianco, McCartney emerge da uno sfondo rosso sangue.
"I'm so tired" è un altro chiaro esempio. In questa canzone di Lennon ad un certo punto lo si sente biascicare parole senza senso, che tali resterebbero se non le si ascoltassero al contrario, recitando: "Paul is dead man...miss him miss him", cioè "Paul è morto, mi manca mi manca". Che sia solo una coincidenza? Forse, di certo anche nella stessa già citata "A day in the life", alla fine della canzone si possono sentire parole che non hanno alcun senso.Se la si ascolta al contrario non tutte le voci che si sovrappongono scompaiono, ma quella di John Lennon è chiara e dice: "Paul is dead..".Di canzoni però cariche di indizi simili ve ne sono molte. Una di esse è "Revolution 9", il cui principio è caratterizzato dal nominare tre volte, apparentemente, il numero nove; ma se la si ascolta al contrario si scopre un messaggio: "Turn me on, dead man". Nella celeberrima "All you need is love", invece, si può sentire, prestando un po' di attenzione alle parole di Lennon, quasi sussurrate, la frase "Yes, he's dead". "I'm the Walrus" e "Glass Onion", invece, si collegano. Nella prima Lennon dice: "Yes, I'm the walrus", mentre nelle note si legge: "No, non lo sei, afferma la piccola Nicola"; Walrus significa tricheco e questa parola, in Grecia, significa salma o cadavere. La seconda canzone, invece, "Glass onion", Lennon la usa per dire: "Bene gente, vi darò una nuova traccia da seguire. Il tricheco era Paul". E del resto lo stesso McCartney appare sulla copertina di "Magical mistery tour" vestito proprio da tricheco. Inoltre "I'm the walrus" ha alla fine proprio una frase presa da una tragedia di Shakespeare, "Re Lear", che recita: "Oh, morte inopportuna!...Cosa? Egli è morto?".
Anche alcune esecuzioni pubbliche, comunque, sono avvolte dal mistero e potrebbero apparire come indizi reali; su tutte quella di "Your mother should know", durante la quale Lennon, Star ed Harrison vestono uno smoking bianco con un garofano rosso nell'occhiello, mentre McCartney ne porta uno nero. Mentre "Hello", sembrerebbe strettamente legata a tutti i fatti citati: 'mentre tu dici addio io dico ciao'(traduzione del ritornello).
Ma non sono solo gli elementi presenti nei loro dischi, o le frasi delle loro canzoni ad essere così importanti ai fini di questa indagine forense messa a punto da alcuni ricercatori e pubblicata anche sulla rivista "W.I.R.E.D.". Studiando fotografie precedenti al 1966 e posteriori a tale data si sono accorti che alcuni tratti del volto di McCartney non coincidevano, soprattutto ci si è focalizzati su quei punti del volto che non sono suscettibili di variazioni nel tempo né in modo naturale, né in maniera artificiale; vale a dire con la chirurgia plastica. Ad esempio vi è: l'ampiezza del palato, la curva mandibolare, la dentatura, il punto sottonasale, la forma del cranio e le orecchie. Proprio il padiglione auricolare rimane invariato nel corso della vita; ma ciò non sembra essere così per Paul, a cui varia, tra prima e dopo il 1966 anche la forma della mandibola, che non coincide se si tenta di sovrapporre due foto appartenenti una a prima e un'altra a dopo il 1966. La mandibola dopo appare più snella, a differenza di prima, quando era più larga e squadrata. Il palato era poi molto stretto e portò i denti a disporsi non in modo ordinato; ma dopo il '66 i denti diventano ordinati e regolari; un qualcosa di assolutamente complesso e doloroso da realizzare con un'operazione chirurgica, oltre che particolarmente rischioso. Anche la scrittura, per quanto possa sembrare poco rilevante, offre spunti ed un qualcosa di importante nel campo investigativo. Confrontando infatti autografi e testi scritti dallo stesso McCartney nei due distinti periodi emergono sostanziali differenze. La "n" nel nome, mentre prima aveva un andamento discendente, adesso ha un andamento a triangolo. Le due "c" erano poi o distaccate o unite all'angolo, per poi diventare dopo il 1966 unite e addirittura sovrapposte.
Se poi non ci fossero indizi sufficienti, allora si potrebbe scavare ancora più a fondo, nell'intimità di Paul il quale, come tutti aveva relazioni. In Germania, durante un tour nel 1961-62 conobbe una certa Erika Hubers, con cui ebbe una relazione. La ragazza nel 1962 rimase incinta, ma McCartney non volle mai riconoscere la figlia che dal loro rapporto nacque, pur versandole per nel 1966 una grande somma di denaro per il mantenimento, anche a causa di un procedimento in atto nei suoi confronti all'Ufficio Minorile. Versò a Bettina, questo il nome della sua presunta figlia, 30000 Marchi; azione peraltro attestata da un fascicolo tuttora esistente. Tra il 1981 ed il 1984 la stessa Bettina tentò di far riconoscere ad un tribunale tesesco che suo padre fosse Paul McCartney. Il test del DNA che fu fatto per dimostrarlo dette esito negativo.
Lo stesso Paul McCartney, però, anziché smentire o far finta di nulla su questa vicenda ha deciso di giocarci, realizzando un album, "Paul is Live" in cui gioca proprio su questa cosa. La copertina è infatti la stessa inquadratura di Abbey Road, ma con qualche differenza; manca il furgone della Polizia e il maggiolone ha una targa diversa: "58 I'm", "ho 58 anni". Inoltre nella recente canzone "Gratitude" McCartney pronuncia alcune strane parole che, se udite al contrario, suonano così: "Who is this now? I was Willie Campbell".
Questo sarebbe proprio il nome del sosia chiamato a sostituire il deceduto Paul. Si sarebbe trattato di un Poliziotto (di cui da molti anni circola una fotografia) che, molto simile a McCartney, a seguito di alcuni ritocchi estetici e vocali e ad un'educazione musicale severa avrebbe rimpiazzato Paul, mantenendo agli apici della musica un gruppo di artisti leggendari. Su queste basi, utilizzando la parola 'Fake'(falso) ed il nome Paul, molte persone hanno iniziato a distinguere tra Paul(per loro l'originale) e Faul(il presunto falso Beatle).
Che sia morto o meno, però, continua a rimanere un mistero, anche perché di fronte a capolavori come "Let it be", "Penny Lane", "Hey Jude", "Yesterday" ed altre non si può far altro che titubare e confermare che il genio di Paul McCartney non sia mai stato sostituito. Se però così fosse possiamo affermare che artisticamente i Beatles ci hanno tutt'altro che perso. Opinione di molti è che la notizia sulla morte di Paul McCartney sia stata diffusa dagli stessi Beatles, per aumentare e mantenere sempre alto il focus su di loro e che, probabilmente, McCartney sia ancora vivo, ma si serva di un sosia nei momenti di necessità. Questo spiegherebbe molte incongruenze emerse nel corso delle indagini e darebbe ancora più forza ad un vero e proprio genio della musica e degli affari; uno dei rivoluzionari del secolo scorso che continua a far parlare di sé non solo in campo artistico.

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