Nel corso della storia nascono molte volte soggetti e gruppi capaci di sconvolgere con la loro forza intere generazioni. E' avvenuto per i grandi condottieri, per i grandi Re, ma anche per scienziati, artisti di vario genere, scrittori ed altri. E così è stato anche per il mondo della musica che ha annoverato dei veri e propri rivoluzionari che tuttora rimangono grandi leggende: Mozart, Beethoven, Puccini ed altri in passato; Armstrong, Ray Charles, Elvis Presley, Jimmy Hendrix ed altri ancora più di recente. Il gruppo che però, forse, più di tutti ha sconvolto gli equilibri e che rimane un vero e proprio riferimento è stato quello dei Beatles. Il gruppo che ha annoverato più e più musicisti, tra cui l'italiano Mino Reitano, fino a giungere al definitivo compimento con la scelta di quella che è passata come la formazione ufficiale dei "Faboulus four": John Lennon, Paul McCartney, Ringo Star e Jorge Harrison. Milioni di fan in tutto il mondo; un successo esaltante che vide la sua esplosione attorno al 1965-66. Equilibrio però minato da ciò che si sarebbe poi da una notizia che avrebbe sconvolto in parte il mondo perfetto dei Beatles.
E' il 12 ottobre del 1969, quando una radio di Detroit riceve una notizia da una telefonata fatta da un tizio che si fa chiamare Alfred; notizia che sembra nata proprio per fare un po' di audience: Paul McCartney è morto, tre anni prima. Dichiarò a Russel Gib, il Dj della radio contattata, di essere in possesso delle prove di quanto dichiarava e che la maggior parte di esse erano nello stesso materiale prodotto dai Beatles. La notizia, dopo un po' di temp
Un altro album, "Sgt. Pepper's" racchiude un numero elevatissimo di indizi o presunti tali. Questo fu il primo ad essere pubblicato dopo la presunta morte di McCartney; fu infatti pubblicato nel 1967 a quasi un anno dall'uscita di "Revolver". Se si pone uno specchio nel diametro del tamburo posto al centro della foto e si specchia la parte centrale, ecco che ne viene fuori una scritta: "Il 9/10 lui è morto" e tra "he" e "die" si trova una freccia, la quale indica proprio verso il soprastante Paul. I componenti del gruppo inoltre poggiano i piedi su quella che sembra essere una tomba i cui fiori, propri di cerimonie funebri, compongono un Basso, il suo strumento, e di fianco al gruppo, vestito con indumenti appariscenti, si trova un'altra immagine dei quattro che, vestiti a lutto, guardano in basso verso la cassa da m
Altri album sono "Yellow submarine" e "Revolver". Nel primo, come in "Sgt. Pepper's", in alcuni disegni che ritraggono McCartney, esso appare con delle mani che è molte volte Lennon a porgli sulla testa: nella cultura indiana è segno di benedizione per una persona che deve essere sepolta. Nel secondo, invece, sono ritratti i "Fab four" tutti frontali, mentre l'unico di profilo, che sembra dare le spalle agli altri, co
In "Magical mistery tour", invece, Paul appare seduto ad una scrivania vestito da militare; davanti a lui è posta una scritta: "I was", ovvero "io ero" e dietro di lui si trovano due bandiere inglesi, incrociate e poste a lutto. La copertina di "Let it be" invece è divisa in quattro quadrati; in ognuno di essi si trova la foto in primo piano di un componente del gruppo, ma mentre Lennon, Star e Harrison emergono da uno sfondo bianco, McCartney emerge da uno sfondo rosso sangue.
"I'm so tired" è un altro chiaro esempio. In questa canzone di Lennon ad un certo punto lo si sente biascicare parole senza senso, che tali resterebbero se non le si ascoltassero al contrario, recitando: "Paul is dead man...miss him miss him", cioè "Paul è morto, mi manca mi manca". Che sia solo una coincidenza? Forse, di certo anche nella stessa già citata "A day in the life", alla fine della canzone si possono sentire parole che non hanno alcun senso.Se la si ascolta al contrario non tutte le voci che si sovrappongono scompaiono, ma quella di John Lennon è chiara e dice: "Paul is dead..".Di canzoni però cariche di indizi simili ve ne sono molte. Una di esse è "Revolution 9", il cui principio è caratterizzato dal nominare tre volte, apparentemente, il numero nove; ma se la si ascolta al contrario si scopre un messaggio: "Turn me on, dead man". Nella celeberrima "All you need is love", invece, si può sentire, prestando un po' di attenzione alle parole di Lennon, quasi sussurrate, la frase "Yes, he's dead". "I'm the Walrus" e "Glass Onion", invece, si collegano. Ne
Anche alcune esecuzioni pubbliche, comunque, sono avvolte dal mistero e potrebbero apparire come indizi reali; su tutte quella di "Your mother should know", durante la quale Lennon, Star ed Harrison vestono uno smoking bianco con un garofano rosso nell'occhiello, mentre McCartney ne porta uno nero. Mentre "Hello", sembrerebbe strettamente legata a tutti i fatti citati: 'mentre tu dici addio io dico ciao'(traduzione del ritornello).
Ma non sono solo gli elementi presenti nei loro dischi, o le frasi delle loro canzoni ad essere così importanti ai fini di questa indagine forense messa a punto da alcuni ricercatori e pubblicata anche sulla rivista "W.I.R.E.D.". Studiando fotografie precedenti al 1966 e posteriori a tale data si sono accorti che alcuni tratti del volto di McCartney non coincidevano, soprattutto ci si è focalizzati su quei punti del vo
Se poi non ci fossero indizi sufficienti, allora si potrebbe scavare ancora più a fondo, nell'intimità di Paul il quale, come tutti aveva relazioni. In Germania, durante un tour nel 1961-62 conobbe una certa Erika Hubers, con cui ebbe una relazione. La ragazza nel 1962 rimase incinta, ma McCartney non volle mai riconoscere la figlia che dal loro rapporto nacque, pur versandole per nel 1966 una grande somma di denaro per il mantenimento, anche a causa di un procedimento in atto nei suoi confronti all'Ufficio Minorile. Versò a Bettina, questo il nome della sua presunta figlia, 30000 Marchi; azione peraltro attestata da un fascicolo tuttora esistente. Tra il 1981 ed il 1984 la stessa Bettina tentò di far riconoscere ad un tribunale tesesco che suo padre fosse Paul McCartney. Il test del DNA che fu fatto per dimostrarlo dette esito negativo.
Lo stesso Paul McCartney, però, anziché smentire o far finta di nulla su questa vicenda ha deciso di giocarci, realizzando un album, "Paul is Live" in cui gioca proprio su questa cosa. La copertina è infatti la stessa inquadratura di Abbey Road, ma con qualche differenza; manca il
Questo sarebbe proprio il nome del sosia chiamato a sostituire il deceduto Paul. Si sarebbe trattato di un Poliziotto (di cui da molti anni circola una fotografia) che, molto simile a McCartney, a seguito di alcuni ritocchi estetici e vocali e ad un'educazione musicale severa avrebbe rimpiazzato Paul, mantenendo agli apici della musica un gruppo di artisti leggendari. Su queste basi, utilizzando la parola 'Fake'(falso) ed il nome Paul, molte persone hanno iniziato a distinguere tra Paul(per loro l'originale) e Faul(il presunto falso Beatle).
Che sia morto o meno, però, continua a rimanere un mistero, anche perché di fronte a capolavori come "Let it be", "Penny Lane", "Hey Jude", "Yesterday" ed altre non si può far altro che titubare e confermare che il genio di Paul McCartney non sia mai stato sostituito. Se però così fosse possiamo affermare che artisticamente i Beatles ci hanno tutt'altro che perso. Opinione di molti è che la notizia sulla morte di Paul McCartney sia stata diffusa dagli stessi Beatles, per aumentare e mantenere sempre alto il focus su di loro e che, probabilmente, McCartney sia ancora vivo, ma si serva di un sosia nei momenti di necessità. Questo spiegherebbe molte incongruenze emerse nel corso delle indagini e darebbe ancora più forza ad un vero e proprio genio della musica e degli affari; uno dei rivoluzionari del secolo scorso che continua a far parlare di sé non solo in campo artistico.