La corsa al voto è terminata, ballottaggi permettendo. Cosa ci rimane? Ben poco. Tra tribune politiche, urla, slogan ripetuti su giornali, radio e tv, manifesti abusivi e non in ogni angolo della città, di contenuti e proposte concrete ne abbiamo sentito parlare molto poco.
In vetrina ci sono finite le scazzottate verbali che poco hanno a che fare con la normale e pacifica dialettica politica, i veleni sui cosiddetti impresentabili e un’unica grande paura: l’astensionismo. Potrebbe essere proprio lui il vincitore morale di queste elezioni 2015.
In pochissimi ne parlano, eppure esso rappresenta un popolo sempre più corposo, arrabbiato ma al tempo stesso sfiduciato. Come mai? Rispondere a questa domanda è piuttosto scontato per noi e imbarazzante per i politici italiani preoccupati di non poter sonnecchiare tra le poltrone di un consiglio regionale e/o comunale nel caso di una mancata vittoria (ma vuoi vedere che il loro impegno in campagna elettorale è determinato da questo pigro desiderio?).
Non esiste, però, soltanto il popolo demoralizzato dalla politica. C’è una strana presenza da anni che muove i fili di un’occulta regia. Quanti di voi sono stati fermati da un conoscente o amico e avete ascoltato queste parole? “Hai il voto già impegnato? Porti qualcuno?”. Cosa significano queste “bizzarre” espressioni?
Molto semplice. Personaggi comuni, non politici di professione, passano in rassegna le nuove, vecchie e dimenticate amicizie proponendo loro di votare per una certa persona, presentata come il meglio: serio, integerrimo e che farà certamente il bene dei cittadini. Ma è proprio così?
Pare proprio di stare a raccontare il segreto di Pulcinella, ma vogliamo riflettere su questo “strano popolo” che vive con notevole frenesia la campagna elettorale. Persone in grado di muovere anche migliaia di voti determinando spesso la vittoria o la sconfitta del candidato da loro protetto.
Non volendo in alcun modo sembrare ingenuo, allora diciamocela tutta. Questi tizi non lo fanno per spirito di partecipazione democratica, gli ideali politici non c’entrano. C’entrano, invece, le promesse che arrivano direttamente dal candidato di turno: un bel posto di lavoro, un regalino per sè e la signora e altro ancora. Una storia vecchia che in Italia si ripete, tristemente, ad ogni tornata elettorale.
Ma cosa penserà di tutto questo quel popolo dell’astensione, quella gente stanca dei soprusi legali della politica che ha deciso di rassegnarsi? Forse sbaglia, ma come biasimarli. E voi, invece, non pensate che prima di puntare il dito, a ragione, contro i politici bisognerebbe osteggiare con forza quest’altro popolo di “abili abbindolatori“?
Se non siamo pronti a distruggere questo modo di costruire la politica, saremo i primi a renderci complici di una pratica che ha in sé il germe della corruzione. Se vi lascerete convincere da questi individui non farete altro che alimentare il voto di scambio. Siete pronti a farlo?