Inés è una casalinga, madre ma soprattutto moglie, il suo mondo perfetto, costruito attraverso attente e metodiche mappe mentali, rischia di crollare quando trova per caso un biglietto d’amore nella borsa del marito firmato “Tua”. Convinta che non può accadere a lei, segue il marito e assiste così a una discussione animata tra lui e una donna. La donna cade, sbatte la testa e muore. Inés diventa suo malgrado testimone di un omicidio, ma per mantenere invariata la perfezione dove è abituata a vivere decide di coprire il marito.
La storia di Inés viene interrotta dai dialoghi della figlia di sedici anni, dialoghi con l’amica, con il fidanzato, con sconosciuti, figlia che rappresenta il riflesso di una disattenzione costante. È incinta ma nessuno lo sa.
I differenti punti di vista variano anche nello stile, schietta, egocentrica, diretta Inés, frasi brevi, a volte incoerenti, spaventata e arrabbiata la figlia, calcolatore il marito, professionale il medico patologo. Questa diversità nella narrazione la ritengo assolutamente valida, l’autrice ha saputo caratterizzare ogni personaggio, rendendolo parte attiva di ogni paragrafo che lo riguarda.
Claudia Piñeiro
Feltrinelli