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Tua mamma veste Prada s01e07 – Lapo Elkann e il Martini che non dovevo bere

Creato il 02 luglio 2013 da Signorponza @signorponza

Tua mamma veste Prada

Partiamo subito con il colpo in canna, che sta tutto nelle due persone con cui ho avuto a che fare nell’ultima settimana: (manco a dirlo) Chiara Ferragni e Lapo Elkann. Se settimana scorsa non ho aggiornato la rubrica, ci doveva essere un buon motivo. Moda Uomo esclusa, ovviamente, che mi ha preso come François Sagat prende i suoi “colleghi”, con la differenza che di fighi in giro poi non ne ho visti così tanti e quindi ho passato l’intera fashion week a chiedermi, ogni volta che la incontravo, da che parrucchiere mi va la Franca.  Oltre alle sfilate, dicevamo, ci doveva essere un buon motivo per giustificare il mio assenteismo.

E non poteva che essere lei. La verità è che parlare della Ferragni senza averla mai vista mi sembrava un po’ bonci bonci bom bom bom: troppo facile. Così, sfruttando la presentazione della capsule con Superga (che sì mi piaceva e di cui sì vi avevo già parlato) sono corsa alla Rinascente per vederla di persona. Ed eccola lì, vestita come un’adolescente, presentarsi a tutti con un semplice “Piacere, sono Chiara” (Ah si? Ma dhai! Pensavo fossi Carmela!): un’ottima scelta di marketing, come mi hanno spiegato, che non dà nulla per scontato e che la pone allo stesso livello dei fan, dandole un tocco di semplicità in totale sintonia con le immagini che di norma posta su Instagram.

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In preda a un Martini a stomaco vuoto (la poverata, infatti, prevedeva solo un Martini e nulla, dico nulla, da mangiare, che come minimo poteva anche offrirle due olive vendendosi il portafoglio di Prada che ha appena sostituito con il Balenciaga, generando in me un’ondata di malessere), ho anche azzardato il momento foto. Bypassando, ovviamente, la folta schiera di quindicenni in fila dalle tre di pomeriggio, sono piombata davanti all’obiettivo insieme alla Ferry guadagnandomi anche un complimento per la borsa che indossavo (insomma, come se uno di noi andasse in Africa a complimentarsi per il chicco di mais che stanno spiluccando dentro una capanna, ma vabbè, prendiamo e portiamo a casa).

E, ecco, forse era meglio che non la vedessi. Perchè lei deve essere chiaramente il frutto di qualche combinazione universale di botte di culo che l’hanno portata alla ribalta non si sa bene per quale motivo. Carina? Sì, appunto, carina. Spigliata? Imbalsamata. Vera? Qui per le telecamere, Maria. Però, tutti a dirle “Brava, brava”, soprattutto dagli alti vertici di Superga, che stanno ancora sogghignando e brindando alle scarpe che hanno venduto (vi dico solo che al corner al primo piano c’era una fila di simpatiche vecchiette tutte prese nel tentativo di accaparrarsene un paio).

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Per rifarmi da questo incontro dìludente, ho deciso di approcciare un altro luminare del settore moda, Lapo Elkann. Sicuramente lui e i suoi tic non hanno bisogno di presentazioni, ma pur partendo da premesse prevenute come quelle di una comare di paese, è successo l’impensabile. L’ho trovato sveglio, accattivante, simpatico, ben vestito, fuori di testa al punto giusto, e soprattutto, ideatore di occhiali da far paura (nota di merito per il suo socio Tessitore, che voglio dire, vieni qui e facciamo pure conoscenza, non me ne frega gniente di sapere come userai i soldi dell’Ipo basta che mi sorridi).

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Dire che li voglio subito, ora, all’istante è ovviamente sottointeso, anche se ultimamente non ho ponderato bene le mie spese e quindi mi toccherà aspettare i saldi. Dopotutto, se su google “Lapo Elkann occhiali” viene prima di “Lapo Elkann overdose”, un motivo ci sarà.

[Il tuo contributo alle nomination per i Macchianera Italian Awards 2013]


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