Per combattere l’adulterio, il divorzio e il nubilato 7 marzo 2012
(ANSA)-TUNISI – Mentre l’Assemblea costituente tunisina discute accanitamente da mesi su come dovra’ essere il Paese futuro, c’e’ chi si occupa di cose un po’ meno filosofiche. Come Bahri Jlassi, presidente del Partito per l’apertura e la fedelta’, che, ai Padri costituenti, alla vigilia del giorno che in tutto il mondo celebra la donna, ha chiesto che, nella Charta della Tunisia, sia riconosciuto agli uomini di avere, oltre alla moglie legittima, una odalisca (‘jarya’, schiava vergine dell’harem).
Jlassi ha chiesto, in una dichiarazione al quotidiano arabofono Assarih, che vengano abrogate tutte le disposizioni che vietano tale tipo di legame. Il perche’ di questa proposta e’ semplice: legalizzare la presenza di una jarya, accanto alla moglie legittima, sarebbe il metodo piu’ efficace per combattere fenomeni quali il divorzio, l’adulterio, il nubilato, oltre ad alcuni tipi di unione che, sanciti in ambito solo religioso, non hanno alcun effetto civile.
Ma per Jlassi mettersi in casa una odalisca consentirebbe di ”ristabilire l’equilibrio sociale e morale della societa’ tunisina” che, dice convinto, ha sofferto di quella che ha definito la laicita’ del Codice di statuto personale (l’insieme dei diritti di ciascun individuo), aggiungendo che, nel corso degli ultimi cinque decenni, la poligamia e’ stata ”criminalizzata”.