L'assunto iniziale è abbastanza simpatico, in fondo una lumaca con il pallino della velocità non può non far sorridere. Partendo da questo spunto il film si dipana con uno sviluppo che abbiamo visto un sacco di volte (Ratatouille, Planes, Bee Movie, i primi che mi vengono in mente), cioè con il protagonista stufo della sua occupazione e/o con un sogno molto più grande di lui, quello di diventare un campione della velocità nel caso di Turbo.
Teo è una lumachina simpatica che vorrebbe qualcosa di più dalla vita che non raccogliere pomodori e mangiarli. La sua vera passione sono le corse delle auto, il suo idolo il pilota francese Guy Gagnè. Frenato dai suoi simili e dal suo stesso fratello Chet, Teo è infelice. Ma, in seguito a un incidente dove sono coinvolte proprio delle auto da corsa, la lumachina ottiene rocambolescamente il potere della velocità. Il primo a scoprire questa sua dote fantastica e ad aver fiducia in lui sarà un altro sognatore, il rivenditore di tacos Tito Lopez anch'egli alla continua ricerca di una nuova opportunità. Sarà proprio lui, insieme agli altri negozianti dello scadente centro commerciale Starlight Plaza, a sponsorizzare Teo (ormai ribattezzato Turbo) con la speranza di poterlo iscrivere alla Indy 500 e farlo competere con le migliori auto da corsa del circuito internazionale.
Non mancheranno attorno al protagonista una serie di comprimari vivaci, sia umani che animali, a movimentare la scena. Nel complesso Turbo si può considerare un passo indietro rispetto ad altri lavori proposti dalla Dreamworks, rimane comunque un buon film per bambini, intrattenimento puro senza particolari chiavi di lettura ne strizzate d'occhio per gli adulti. Un prodotto semplice, dignitoso e ben realizzato. Un compitino svolto con diligenza. Guardando le opere d'animazione che si vedono in giro al giorno d'oggi potrebbe però iniziare a non bastare più.