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TURCHIA: L’ultimatum di Erdogan all’Unione Europea, “fateci entrare entro il 2023 o mai più”

Creato il 15 novembre 2012 da Eastjournal @EaSTJournal

Posted 15 novembre 2012 in Slider, Sudest, Turchia, Unione Europea with 0 Comments
di Gilles Johnson

Europe Lenteur

2023. Questa è la data in cui la Turchia sarà membro dell’Unione europea … o non lo sarà mai più. Questa è almeno la data stabilita da Recep Tayyip Erdogan durante la sua ultima visita ufficiale a Berlino il 31 ottobre.

Il primo ministro turco non ha scelto questa data a caso. L’anno 2023 coinciderà con il centenario della fondazione della Turchia moderna da parte di Mustafa Kemal Ataturk. Una data fortemente simbolica per i turchi e per i quali il primo ministro spera di segnare un grande successo, con o senza l’UE.

Da parte sua, l’Unione Europea non ha ufficialmente risposto all’ultimatum di Erdogan, pur esprimendo un certo imbarazzo, come ha rilevato Joost Lagendijk, ex eurodeputato olandese e la Turchia in un editoriale pubblicato su Today’s Zaman, quotidiano turco in lingua inglese [vicino al partito AKP, n.d.t.]. Per l’ex eurodeputato ecologista, la mancanza di reazione da parte delle autorità europee ha rivelato un certo disagio, ma anche una certa cautela, ricordando il processo di adesione pasticciata di Romania e Bulgaria nel 2007.

Con un ultimatum, Ankara vuole chiamare il bluff dell’UE e mostrare la sua esasperazione. Va detto che la Turchia ha la sensazione di essere presa in giro da molti anni e che l’Unione Europea non sia disposta a mettere le cose in chiaro. Ottimisti ed entusiasti per un po’, i turchi hanno ora la sensazione di essere truffati da un’Europa che non li vuole, ma non ha il coraggio di dirglielo chiaramente. Avviati nel mese di ottobre 2005, i negoziati d’adesione continuano a rallentare. Alcuni paesi dell’UE – tra cui Francia e Germania – deliberatamente bloccano alcuni capitoli strategici quali la libera circolazione delle merci e dei lavoratori o anche la politica economica e monetaria senza dimenticare la politica estera, di sicurezza e di difesa. Per i paesi membri UE tutte le scuse sembrano buone per rallentare il processo di adesione: il problema di Cipro, i diritti umani, la questione dei confini… tanti atteggiamenti e comportamenti che alla fine hanno convinto le autorità turche della mancanza di volontà della UE e dei suoi paesi membri sul proseguimento del processo di adesione. Alcuni, nell’Unione, sperano persino in un termine anticipato dei negoziati nei prossimi anni, con Ankara che sbatta la porta.

Tuttavia, ponendo una scadenza, la Turchia spera di rilanciare il processo di adesione all’Unione europea per il momento in fase di stallo, tanto più che il contesto internazionale è favorevole a causa della crisi siriana. Un modo per mettere l’UE e i suoi Stati membri di fronte alle loro responsabilità e ottenere risultati concreti alla fine. Per di più, una probabile ripresa dei negoziati con un ordine del giorno predefinito avrebbe un effetto importante sulla Turchia, che sembra mettere in pausa le sue riforme, e sulla sua opinione pubblica sempre meno europeista.

In realtà, tutto dipenderà dalla UE e dai suoi Stati membri e la loro capacità di rispondere all’ultimatum turco. Per Joost Lagendijk, si tratta di una reale opportunità (al momento ancora mancata) per continuare i negoziati di adesione su nuove basi, con obiettivi più realistici. Per la Turchia, la sfida è quella di dimostrare la propria volontà di aderire all’UE conducendo le riforme necessarie principali e facendo pressione su Bruxelles. L’obiettivo 2023 ha almeno il merito di stabilire un calendario e di porre fine una volta per tutte ad una posizione ambigua da parte della UE che continua ad esasperare la Turchia; la mossa di Erdogan potrebbe dare nuovo impulso ad una situazione che è rimasta bloccata e non fa comodo ormai a nessuno.

Gilles Johnson è un blogger francese, attivista del Partito Socialista e cofondatore della ONG Young Europe. Versione originale dell’articolo su Actupol 3.0. Traduzione di Davide Denti.

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Tags: 2023, Davide Denti, Erdogan, Gilles Johnson, Joost Lagendijk, Turchia, Unione Europea Categories: Slider, Sudest, Turchia, Unione Europea


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