Era da tempo che volevo leggere Turf, me l'ero fatto scappare al momento della sua uscita e in diverse occasioni successive. Poi son riuscito a combinare uno scambio alla pari con altro materiale e quindi è andata bene così, visto che il volume mi è arrivato tra le mani a gratis. Come dicevo siamo nel 1929, più precisamente il 14 febbraio, in una versione alternativa dello storico San Valentino di sangue, la reporter Susie Randall ha l'opportunità di dare una sbirciatina al luogo di un'orrenda carneficina. Nella suite del Baltimore Hotel un copioso numero di gangster assassinati giace in terra tra ettolitri di sangue.
Questi sono alcuni degli elementi, ma non gli unici, che fanno di Turf una lettura allo stesso tempo densa e spassosa. Quello che salta agli occhi fin da subito è che il buon Ross non conosce il significato della parola decompressione e in ambito fumettistico questo non può che strapparmi un sonoro "era ora"! Abituati ad albi dove gli eventi condensati in una ventina di pagine sono spesso molto pochi e per i quali la velocità di lettura è prossima a quella della luce, le tavole realizzate da Ross e Edwards zeppe di balloons, parole, avvenimenti e disegni di un'atmosfera eccezionale sono una manna dal cielo per il lettore moderno, almeno per quelli non troppo pigri. Si ha tra le mani un vero e proprio libro che presenta una storia sì scorrevole ma di quelle alle quali devi dedicarti con un po' di attenzione e un po' di tempo a disposizione.
Ross è bravo, è uno in grado di far convivere in maniera naturale elementi che normalmente poco c'entrano uno con l'altro. Edwards è un grande, ti butta letteralmente dentro gli anni '20 senza farti passare dal via con un tratto efficace, coinvolgente e convincente. E poi ha dovuto trovare anche il modo di farci entrare tutti quei balloons, mica roba da poco. Chicca finale i titoli dei cinque episodi che compongono la miniserie che omaggiano il grande cinema di malavita stravolgendolo un pochino.