Non ho mai provato eppure già so che se decidessi di sedermi su una sedia a rotelle e provassi a stare qualche ora in giro per Roma mi farei prendere dalla disperazione più acuta nonostante il sapere che in poche ore il disagio finirebbe.
Cosa dovrebbe fare allora una persona disabile che sa che la sua vita sarà sempre così? Perché un disabile non può uscire liberamente di casa in tutta indipendenza e non può decidere liberamente di partire per il viaggio dei sogni solo perché il mondo fa finta che lui non esista?
Ho fatto l’esempio di Roma solo perché è una città che ho sotto gli occhi tutti i giorni, ma in realtà tutto il mondo è paese e le difficoltà non sono minori negli Stati Uniti o nel resto d’Europa.
Due settimane fa ero in Kenya per un safari e su un pulmino che ho incrociato ho visto un ragazzo in carrozzina che guardava con un binocolo in compagnia di un amico. La prima cosa che ho pensato è che quel ragazzo avesse un gran coraggio, eppure, in un mondo utopico che ha ancora a venire, non avrei neanche dovuto notarlo per quanto la cosa avrebbe dovuto essere normale.
In fondo il mondo è di tutti anche di chi non ha gambe per attraversarlo, la tecnologia ed il progresso altrimenti a cosa servirebbero?
Tornata a casa ho fatto una piccola ricerca e mi sono resa conto che il web sembra un po’ avanti alla gestione delle grandi città ed in effetti offre qualche strumento interessante per consigliare persone disabili su come muoversi nei loro viaggi, perché a nessuno dovrebbe essere preclusa la possibilità dell’esplorazione e della conoscenza che sono materia prima della nostra vita.
Vagando nel web alla ricerca di informazioni mi sono imbattuta in un sito interessante: diversamente agibile il sito di Massimiliano Ulivieri un quarantunenne che dalla nascita soffre di distrofia muscolare che offre informazioni e consigli per chi deve muoversi soffrendo di disabilità motorie.
Molto interessanti sono le recensioni degli utenti che direttamente esprimono opinioni sulla effettiva agibilità di un luogo o di una struttura sempre più spesso etichettata nelle presentazioni come agibile, mentre nella realtà si dimostra nient’altro che una vera montagna da scalare.
L’opinione e le informazioni date da chi ha usufruito direttamente di un servizio sono l’unico strumento secondo Ulivieri per stabilire cosa è realmente accessibile e per chi.
Uno dei primi siti che si incontra digitando su google “turismo accessibile” è invece quello di Mondo Possibile. In questo caso si tratta di un Tour operator specializzato nell’organizzazione di viaggi per persone con difficoltà motorie. Il Tour Operator da molte alternative di itinerari già formati, oppure la possibilità di sistemare un viaggio su misura.
E’ il primo tour operator in Italia ad essersi messo al servizio di questa fascia di utenti ed è membro del SATH (Society for Accessible Travel & Hospitality), e di altre organizzazioni che operano per sviluppare il turismo accessibile.
Contenitore di informazioni utili può essere anche Turismo senza barriere . Nella pagina “chi siamo” si recita così “Lo staff di Turismo Senza Barriere è costituito da operatori turistici che operano in sinergia ad esperti nei diversi ambiti della disabilità e di quei particolari bisogni speciali, che in assenza di servizi garantiti possono limitare l’adesione di potenziali viaggiatori a offerte e iniziative turistiche”. Anche qui il sito è aperto a partecipazioni esterne da parte di chi sa e conosce strutture, zone e servizi in modo da poter avere un contatto diretto con il mondo del turismo dei disabili e avere testimonianza della reale accessibilità delle strutture.
Esiste anche un marchio di qualità dell’ospitalità accessibile: parlo di V4AInside. V4Ainside raccoglie informazioni sulle strutture mettendole a disposizione delle persone con disabilità di vario genere e grado. Insomma sul sito di V4AInside si sottolinea il fatto che non si vuole dichiarare l’accessibilità o no di una struttura, ma si vogliono dare più informazioni possibili in modo che tutti possano autonomamente stabilire se quella struttura è realmente accessibile nel loro caso.
Probabilmente si tratta di piccoli passi e la strada è ancora tremendamente lunga, ma chi lo sa! Non si può non sperare che quel mondo utopico fatto di agibilità e uguali diritti negli spostamenti prima o poi non arrivi ad essere realtà.
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