La facciata del LAC. Credit: SvizzerAmo.it
Un grande sforzo economico e organizzativo per un nuovo polo culturale che può fare da volano per il rilancio del turismo in Canton Ticino
A Lugano per giungere all’inaugurazione del LAC, Lugano Arte e Cultura che è avvenuta lo scorso 12 settembre 2015, ci sono voluti 11 anni, dal momento in cui si è iniziato a pensare a nuovi spazi per la cultura all’inizio dei lavori. Sono stati investiti 200 milioni di Franchi ma il risultato finale non fa rimpiangere né l’attesa né lo sforzo.
Il nuovo polo culturale di 40’000 metri quadrati è dedicato alle arti visive, alla musica e al teatro. In esso ha la sua sede il MASI (Museo d’Arte della Svizzera Italiana) che è nato dall’unione del Museo Cantonale d’Arte e il Museo d’Arte della Città di Lugano, una sede comune che ospita entrambe le collezioni permanenti alle quali si aggiungono le manifestazioni temporanee e le installazioni Site Specific, il tutto su tre piani di esposizione ai quali si sommano altri spazi: alcuni locali ricavati e restaurati dall’antico convento francescano; l’autosilo sottostante il LAC che ospita alcune opere d’arte dell’artista svizzero Felice Varini; lo Spazio -1 che si trova separato dal corpo principale ed è deputato a conservare 157 opere della preziosa collezione di arte del XX e XXI Secolo di Giancarlo e Dana Olgiati. Sul retro del LAC è stato anche ricavato un nuovo parco pubblico, su diversi livelli e impreziosito da alcune installazioni molto colorate.
Una nuova piazza per la cultura
La storia del LAC, Lugano Arte e Cultura, in sintesi è questa: un albergo in meno e un centro culturale in più. Dove c’èra il Grand Hotel Palace l’architetto Ivano Gianola ha creato nuovi spazi a destinazione culturale, la nuova piazza Bernardino Luini (la più grande della città) e ha recuperato l’ex-convento e la chiesa di Santa Maria degli Angioli.
LAC è un acronimo che sintetizza la funzione dello spazio e, con gioco di parole in dialetto lombardo-ticinese, il luogo dove si trova: prospiciente al Lago di Lugano. Al LAC si accede da una grande piazza quadrata con la pavimentazione in pietra grigia. La facciata si presenta alta e vetrata, varcate le porte si accede a un ampio foyer, con le biglietterie.
Una scalinata porta alla grande sala da concerti, capace di accogliere circa 1’000 spettatori, tutta foderata in legno e dotata di una conchiglia acustica modulare e rimovibile. Questa sarà la sede dei concerti dell’Orchestra della Svizzera Italiana, un’ensemble di valore, della Compagnia Finzi Pasca, delle stagioni di LuganoInScena e di LuganoMusica. A sinistra della hall si va verso la parte museale e alla caffetteria, immancabile insieme alla libreria in ogni museo moderno. Il LAC è aperto da martedì a domenica con orario 10:30-18:30, (giovedì e sabato apertura prolungata fino alle 20).
Il significato del LAC pensando al turismo
Il Teatro del LAC. Credit: SvizzerAmo.it
Passato il momento frenetico dell’inaugurazione con l’eccitazione per l’avvenimento, si può cominciare a pensare con mente fredda al nuovo significato dell’apertura del LAC, Lugano Arte e Cultura per la città e per tutto il Cantone. Se inizialmente la spinta a un nuovo polo museale poteva essere l’unificazione delle varie importanti raccolte d’arte cittadine, ora la questione diventa importante anche vedendo le mutate condizioni del turismo nel Cantone.
Il Ticino soffre la drammatica discesa del numero di visitatori. Il mercato interno è penalizzato dalla concorrenza di località straniere, più economiche, attrattive e facilmente accessibili in aereo da Zurigo, Basilea o Ginevra con più o meno gli stessi tempi di percorrenza, mentre il mercato estero o è scoraggiato dal cambio forte come nel caso dei turisti italiani ed europei o, semplicemente ignora la destinazione visto che i viaggiatori dei nuovi mercati, orientali e indiani, sono attirati soprattutto dalle immagini di cartolina come le alte montagne o le famose ferrovie dello Jungfrau, il Glacier Express o il Bernina e chi ha i soldi, come i ricchi russi, va a Zurigo o Ginevra per lo shopping. In ogni caso lontano dal Ticino. Per non parlare dell’offerta invernale che vede la Svizzera Italiana decisamente svantaggiata rispetto al Vallese, l’Oberland Bernese o i Grigioni.
Insomma, il bel clima e l’atmosfera italiana non basta più ai turisti. Il LAC può e deve diventare una nuova attrazione forte per Lugano e il Cantone, soprattutto se saprà approfittare della felice posizione di ponte culturale tra Nord e Sud Europa che storicamente compete al Ticino e già le prime mostre in corso di svolgimento sembrano andare in questa direzione.
Info: www.luganolac.ch