Questa sera Canale 5 in prima serata propone il film inedito “Tutta colpa di Freud” .
L’unione artistica tra i registi Paolo Genovese e Luca Miniero si è sciolta nel 2008 eppure entrambi i cineasti, ad oggi esponenti importanti della commedia all’italiana, hanno ancora molto in comune: oltre a dirigere lo stesso genere di lungometraggi, tutti e due tendono a mantenere, da tempo, le stesse tematiche all’interno dei propri lavori.
Se Miniero con Benvenuti al nord, Benvenuti al sud e con la sua ultima fatica Un boss in salotto si occupa, con ironia, del contrasto sempreverde tra nord e sud, Genovese pone alla base dei suoi film l’immaturità dei suoi personaggi che ha trovato libero sfogo in Immaturi e Immaturi il viaggio, ma che comunque permane anche nel suo ultimo lavoro Tutta colpa di Freud.
Francesco è un’analista che ha cresciuto da solo tre figlie le quali, da sempre, si rifugiano nel suo studio per parlare dei loro problemi e dell’incapacità totale di crescere e di prendersi le proprie responsabilità. Come in ogni commedia che si rispetti sarà l’amore a cambiare la strada delle loro esistenze.
In Tutta colpa di Freud un grandissimo Marco Giallini interpreta un romantico e comprensivo padre alle prese con l’universo femminile che Genovese (anche sceneggiatore della pellicola) racconta in tutte le sue sfaccettature: Sara (Anna Foglietta) è gay da una vita, ma l’ennesima delusione d’amore la spinge all’estremo tentativo di diventare etero, Marta (Vittoria Puccini) è una sognatrice che si innamora di un ladro di libri sordomuto (Vinicio Marchioni), Emma (Laura Adriani) ha diciott’anni e perde la testa per un cinquantenne affetto dalla Sindrome di Peter Pan (Alessandro Gassman) e sposato con la raffinata Claudia (Claudia Gerini).
Come in ogni suo lavoro Genovese si prende tutto il tempo necessario per caratterizzare al meglio i protagonisti e spiegare allo spettatore le motivazioni dell’immaturità dei suoi personaggi. In una Roma mozzafiato che il cineasta omaggia con classe anche grazie alla splendida fotografia di Fabrizio Lucci, vengono raccontate diverse verosimili realtà, compresa quella dell’omosessuale Sara, in cui viene sfiorata con eleganza una tematica ancora difficile da trattare con la giusta leggerezza.
Nonostante molti sketch abbiano il grande limite di essere un po’ banali e dal sapore del già visto comunque Tutta colpa di Freud è una commedia piacevole che ha il grande vanto, come spesso accade a quelle dirette da Genovese e Miniero, di far ridere senza l’uso della volgarità o del doppio senso forzato. Rarità, nell’italico cinema, che va premiata fosse solo per incoraggiamento.