Tutta colpa di Lola

Creato il 30 maggio 2014 da Marina Viola @marinaviola


La mia è una zona residenziale, fatta per la maggior parte di casette di legno, spesso divise in due appartamenti. Hanno tutte un giardinetto davanti, che termina dove inizia il marciapiede, spesso di mattoni. Le case sono colorate di giallo, di blu, di rosso e sono gereralmente ben mantenute. Le vie sono strette, quasi tutte a senso unico. La maggior parte della gente che abita nella mia zona lavora nel campo universitario, fa l'artista, il ricercatore, il medico. Gente che ha studiato, insomma. Molti sono sulla quarantina, con figli piccoli e la babysitter generalmente caraibica che spinge il passeggino di Junior al Dana Park, uno dei parchetti della zona. Malgrado la tranquillità della mia zona, a soli dieci minuti a piedi si arriva a Central square, che è una delle zone nevralgiche della città, esattamente fra Harvard square e Kendall square, dove ci sono le sedi dei maggiori laboratori di ricerca e siti web del mondo, e il MIT. Data la tranquillità, il giardino davanti a casa, i parchetti e i bimbi, molte delle famiglie, come la mia, hanno un cane (noi ne abbiamo due).Il tipo che piace a me no: è un signore che abita nella mia zona e che è molto bello. Non ho la più pallida idea di chi sia o cosa faccia di mestiere, e sinceramente non mi interessa anche perché sono felicemente sposata e probabilmente anche lui. Lo vedo in giro qualche volta, spesso di pomeriggio, mentre passeggio per le vie con i miei cani. Una volta, da lontano, l’ho visto entrare nella casa blu nella vietta vicino alla mia. Non ho idea di che lavoro faccia e perché gironzoli per la zona nel pomeriggio. Mi sono immaginata che magari è uno scrittore importante, o un filosofo, oppureuno molto ricco che non ha bisogno di lavorare. È alto, sulla quarantina, con gli occhiali, i capelli biondicci e lisci; gli occhi non lo so perché non l’ho mai visto bene da vicino. In realtà credo che la cosa che mi piaccia più di lui è la sua eleganza senza tirarsela, la sua camminata non troppo sicura, lenta, pensierosa. Da intellettuale di sinistra. Ormai siccome ci vediamo spesso, abbiamo cominciato ad accennare a un saluto, ma solo se ci capita di passare sullo stesso marciapiede. Tanto per divertirmi, a volte, quando ho un po’ di rossetto e non sono vestita con il sopra del pigiama, portando fuori i cani passo di lì per vedere se lo incontro.I miei cani, Lola e Oscar, sono un boxer che abbaia a tutti i cani che passano sperando di azzannarli, e un vecchio golden retrivier mezzo sordo e lento, che invece non si accorge minimanete della presenza di altri suoi simili. Prima di uscire, annodo sempre al guinzaglio un paio di sacchetti blu per raccogliere la cacca dei cani. Dopo dodici anni che ho cani sono arrivata a una conclusione importante: per quanto sexy o figo uno possa essere, per quanto uno si sforzi ad atteggiarsi da cool, quando deve tirare su lo stronzo del cane perde completamente tutta la sua bellezza e il suo charme. Per dire, anche Brad Pitt o Marilyn Monroe, se dovessero tirar su la cacca del loro Dudù, anche loro perderebbero quel je ne sais quoi. Non solo: siccome il comune di Cambridge non mette cestini delle pattumiere in giro, si finisce sempre la passeggiata con due o tre sacchettini belli pieni e tiepidi, che si buttano nel bidone dietro casa. Non ce n’è: io c’ho provato con i tacchi, con il rossetto, con la gonna, con i vestitini ti-vedo-non-ti-vedo estivi ma il risultato è sempre quello, e cioé che da strafiga si diventa una che sta raccogliendo la merda del cane e che se la porta in giro. L’altro ieri era una bella giornata di sole, e verso le tre porto i cani a fare una passeggiata. Sovrappensiero, mi ritorvo nella vietta dove vive il tipo che mi piace. Nell’istante esatto che lui esce di casa, Lola si accuccia per cagare. Io in fretta raccolgo nella speranza di non essere beccata nell’atto, ma mi sento dire: ‘That’s a fun job!”. Alzo la testa, ed è lui, che sta entrando in macchina. Gli faccio un accenno con la mano libera senza alzare la testa che mi vergogno, e mi avvio verso casa con il sacchetto pieno e con la netta sensazione che non lo rivedrò mai più.Mi sono giocata il figo della zona facendo letteralmente una figura di merda.



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