Interessante anche l'alzata di tacchi come nelle recenti trasmissioni televisive dove si faceva interprete dell'avvocato difensore del Premier, un'alzata di tacchi rigorosamente a spillo, giacchè codesta tipologia di tacchi pare sia specchio dei profondi ideali che sorreggono la sua anima, come da sue stesse dichiarazioni a fronte di una polemica con una onorevole dell'opposizione:
(le) consiglio quindi un bel paio di tacchi a spillo, dato che per portarli ci vuole equilibrio e anche coraggio“. Coraggio che, aggiunge, “a me non e’ mai mancato, come testimonia chiaramente la mia storia“.Fonte Giornalettismo
Certo che se il coraggio ed equilibrio si vedono dai tacchi a spillo, stiamo freschi. Già immagino la selezione dei nuovi Tuscania, Marò e via dicendo, dove alle varie prove fisiche si richiederà un assalto in tacchi da 12 cm...
Ad ogni modo non c'è dubbio che il coraggio non le manchi, anche se personalmente lo accetto più nella sua accezione di "sfacciataggine" come quando, qualche anno fa, prima di divenire avvocato del Premier, sparava addosso a Berlusconi, reo di averla definita "destra da Billionaire", buona solo a rubare voti, con altrettanto tatto ed eleganza:
E' ossessionato da me. Tanto, non gliela do (Fonte Daniela Santanchè.it)Ed è curioso che oggi difenda la moralità di Berlusconi quando proprio a seguito di questa dichiarazione ci illuminava sul fatto che era
(...) Inutile dare il voto a Berlusconi, uno che vede noi donne sempre in posizione orizzontale, e mai verticale (Fonte Repubblica)
Sempre in termini di senno e capacità logica uno dei vertici massimi raggiunti dal pensiero della Santanchè si rivela nel pensiero in merito alla privacy sul tema delle intercettazioni come strumento di indagine:
Che senso ha intercettare un mafioso mentre parla con la madre? E' un abuso.Ancora una volta la consecutio logica pare totalmente assente: forse nel suo garantismo oltranzista si dimentica che non è detto che la madre del mafioso sia estranea all'organizzazione e che comunque è impossibile capirlo a priori.
(fonte Repubblica)
Ultima in ordine di tempo la appassionata difesa de Il Giornale, a cui vende pubblicità, e dell'incredibile scoop fatto da questi pubblicando un documento riservato e soprattutto trafugato dalla sede del CSM che vede protagonista il Pubblico Ministero che si sta occupando del cosiddetto "Rubygate", Ilda Bocassini rea di essere stata sorpresa in atteggiamenti sconvenienti, nel 1982.
Si avete letto bene, nel 1982, trentanni fa! Per inciso la Bocassini fu scagionata, ma ciò che importa alla Santanchè non è tanto il fatto che l'avvenimento sia insignificante, che sia accaduto trentanni or sono, che è stato pubblicato a seguito del trafugamento di fascicoli riservati, ovvero di un reato. No, a nostra signora della Destra importa che nell'occasione la Bocassini invocò la privacy (Sentire per credere sul podcast de "La Zanzara" trasmissione radiofonica di Radio 24, indicativamente a metà)
Tra le tante cose che sfuggono alla Santanchè, oltre a quelle citate ci sarebbe anche la differenza di ruolo tra un Pubblico Ministero e un Primo Ministro, il primo rappresenta più o meno sé stesso, l'altro l'intera nazione; senza contare che, la prima non ha abusato del proprio potere per nascondere qualcosa ma si è richiamata al diritto, mentre il suo Berlusconi non si è limitato a sputtanarsi con festini erotici (sempre che venga dimostrato), ma molto probabilmente mente sulla famosa telefonata intercorsa la notte dell'arresto di Ruby, giacché non poteva non sapere della reale identità della marocchina e, soprattutto, ha abusato della sua posizione per far sì che la ragazza, minorenne, venisse affidata alla sua fidata Minetti.
Insomma, la Santanchè è uno dei classici esempi di personaggi la cui presenza ai vertici della politica rimane per me un mistero. O forse no, ma in quel caso dovrei ammettere di pensare male.
Ma molto male.